Regia di Edward G. Muller (Edoardo Mulargia) vedi scheda film
Ciò che c'è di apprezzabile nel film di Mulargia è la lentezza calda e asfissiante che circonda l'azione e i suoi protagonisti, e che riesce a ritornare allo spettatore con prepotenza. Certo Sergio Leone aveva una sua maestria nel raccontare i silenzi e le attese riempiendole di Cinema e di Mitologia. Mulargia chiaramente di nome non fa Leone e quindi il taglio molto elementare, ma semplice e diretto, non fa da catalizzatore ad un film che poteva essere superiore. La galleria di cattivi, da Navarro, il più incisivo e spietato, in poi ricorda quei film come "Sentenza di Morte" o "Il Mio Nome è Shanghai Joe" dove il centro del racconto e dell'azione è l'incontro con cattivi eccentrici, ben caratterizzati, fumettistici. Qui invece, a parte Navarro, gli altri sono tiepidi villain. I duelli sono molto belli e tutta la parte, la quasi totalità della pellicola, ambientata nel poblado messicano, ricorda molto "Vera Cruz" ma senza Burt Lancaster e Gary Cooper. Il fascino del film sta tutto qui, nell'atmosfera di caldo minaccioso, anticipo di una rovente resa dei conti, perchè poi, interpretazioni e sceneggiatura non sembrano andare da nessuna parte, ma fermarsi statici nell'immobilità del torrido paesaggio, e anche questo a ben vedere è un pregio.
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