Regia di Fred M. Wilcox vedi scheda film
Classico della fantascienza ispirato a "La Tempesta" di Shakespeare. Effetti speciali artigianali, ma ancora molto suggestivi ed affascinanti (grande per esempio la realizzazione dell'entità che minaccia gli astronauti), azzeccata ambientazione desertica alternata con i futuristici e molto attrezzati laboratori del professore, buona tensione narrativa soprattutto nell'ultima mezz'ora, quando i nostri eroi, come nei più classici dei western, dovranno fronteggiare asserragliati prima vicino all'astronave fortino, poi nel laboratorio dello scienziato Morbius, una forza misteriosa creata dal subconscio del folle scienziato. Non mancano curiosi accenni sessuali grazie alla presenza della bella, ammiccante e adorabile Ann Francis. Con i suoi vestiti piuttosto discinti e scollati e le sue particolari abitudini (nuota nuda nella piscina del laboratorio) creerà scompiglio nell'equipaggio da troppo tempo dimentico del fascino e della sensualità di una donna, risvegliando così desideri sopiti e passioni tenute per troppo tempo a freno. In particolare la ragazza sarà al centro delle attenzioni di Jack Kelly (il tenente) che cercherà in ogni modo di conquistarla e sedurla (molto divertente la sequenza in cui la bacia con sempre maggiore trasporto senza che lei abbia la minima reazione, anzi rimanendo stupita del fatto che gli uomini impazziscono per così poco) e di un giovanissimo Leslie Nielsen (il capitano) del quale alla fine si innamorerà, decidendo di partire con lui per tornare sulla Terra, abbandonando così definitivamente il pianeta Altair 4, dove ha sempre vissuto insieme al padre, della cui follia e megalomania ormai è consapevole. Divertente il personaggio del robot Robby, al quale sono per lo più affidati i siparietti comici (irresistibile e spassoso l'episodio che ha per protagonista il cuoco ubriacone dell'astronave, il quale, approfittando degli straordinari meccanismi del robot, si farà da lui produrre quantità industriali del suo whisky preferito). Film epocale anche perché per la prima volta compare un robot realizzato al completo: e Robby ebbe così tanto successo da meritarsi un film tutto suo intitolato " Il robot e lo Sputnik". In realtà all'interno del complicatissimo e pesante costume di plastica costruito da Robert Kinoshita si alternavano due interpreti di bassa statura che più volte rischiarono di finire folgorati dai cavi elettrici che alimentavano il testone del robot. Opera che oggi può apparire forse ingenua o infantile che però conserva un suo indiscutibile e coinvolgente fascino, risultando di gran lunga superiore alla maggior parte dei film di fantascienza prodotti oggi dalle majors (il film è targato MGM).
Voto: 7+
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