Regia di Fred M. Wilcox vedi scheda film
Secondo me è un bell'esempio di fantascienza, con forti venature filosofiche e antropologiche. Chi cerca un film tutto azione e inseguimenti, si rivolga altrove. La sceneggiatura è ricca di tante piccole idee, specie quanto alle apparecchiature che si vedono, e ai tanti dettagli sul pianeta misterioso e sulla sua storia. L'ambientazione e gli effetti speciali li ho trovati suggestivi e coinvolgenti. Molto del film è dato anche dai dialoghi, che dicono molto senza essere didascalici. La regia è ferma e riesce a creare una discreta tensione sin dall'inizio. Tuttavia vi sono alcuni indovinati intervalli di commedia, quando compare il mozzo di bordo e soprattutto quando l'equipaggio, dopo un anno di peregrinazione per le galassie tra soli uomini, si prende la briga e soprattutto il gusto di insegnare cosa siano i baci e l'amore alla ragazza che vive sul pianeta da sempre sola col padre. In queste scene, quanto a ironia e battutine nei dialoghi, mi è sembrato di assistere ad un film di Lubitsch o di Wilder.
Il tono generale del film è comunque drammatico. L'unico difetto mi è sembrata una fotografia un po' troppo scura.
Un altro elemento che mi è piaciuto è che i misteriosi ed estinti abitanti del pianeta erano esseri, benché intelligentissimi, niente affatto buoni e perfetti, come invece si trova in certa fantascienza (specie degli anni '80). Tramite la descrizione dei "Krell", della loro interiorità e di quella degli esseri umani, il film opera un'interessante riflessione sulla natura umana e sulla cattiveria che purtroppo si trova dentro di essa, la quale è assolutamente doveroso tenere a bada. Se non altro, sarebbe un grave errore sottovalutarla o negarla, come fa lo scienziato. Il fatto del mostro invisibile che vaga seminando distruzione è che si riesce ad intravvedere solo con le scariche elettriche è decisamente una buona idea, anche perché finisce per essere la metafora e la materializzazione della cattiveria umana. Gli effetti speciali in questo caso sono addirittura ottimi. Colpiscono anche le ganmbe di Annie Francis, non solo perché sono le uniche del film.
Nel cast c'è anche un giovane e quasi irriconoscibile Leslie Nielsen, che però ha fatto molta più fortuna con le pallottole e gli aerei che con le astronavi.
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