Regia di Dean Alioto vedi scheda film
Mai come in questo film ci dobbiamo porre il quesito se si debba premiare il Cinema tout court, o la coerenza assoluta delle intenzioni. Perché 'The McPherson Tape' ha senso solo nella misura in cui potesse essere preso per veritiero nel 1989. L'accuratezza dell'iperrealismo della messa in scena è puramente cinematografica (percorriamo gli stessi spazi dei personaggi, viviamo esattamente le stesse tempistiche, temiamo anche noi il fuoricampo che è generalmente il buio), ma il realismo è talmente sfrontato da non curarsi affatto dello spettacolo: interi minuti di questo film sono immersi nel nero, sentiamo a malapena rumori e parole, ma non vediamo nulla. Le inquadrature sono confusionarie, talvolta incomprensibili, e ovviamente la qualità video e audio è pessima. Eppure, è esattamente quello che sarebbe venuto fuori se davvero quella famiglia fosse stata attaccata: l'uso della cinepresa sarebbe stato assolutamente incontrollabile né preciso, ma casuale, anti-scenico. E siccome 'The McPherson Tape' voleva essere un bluff totale alla realtà, è in questi casi che il Cinema non ha più come scopo quello di raccontare o mostrare con precisione, il Cinema non è al servizio dello sguardo: in questa folle operazione, il Cinema è al servizio di una realtà finta, fintissima, eppure verosimile. Noi oggi diamo per scontato tutto questo, ma non lo era nel 1989.
'Ufo Abduction - The McPherson Tape' non è il primo mockumentary, ma è il primo found footage di moderna concezione della storia del Cinema. Dieci anni prima di 'The Blair Witch Project'. Ingenuo fin quasi alla tenerezza (vedasi la fisionomia degli alieni), ma in grado di capire anzitempo la velenosità di un'immagine realistica.
Con un remake efficace ma piuttosto ordinario realizzato 9 anni dopo dallo stesso regista.
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