Regia di Can Evrenol vedi scheda film
Nuove droghe pesanti girano in Turchia e fanno vedere tentacoli mistici che scendono dal cielo, piovre mentali che si aggrappano a processi psichici di rimozione, assurdità oniriche in una moltiplicazione di piani spazio temporali senza controllo, drammi infantili e speculazioni di sceneggiatura strappati da un cielo di vaniglia, una sorta di guru mediatico asiatico penetra cervelli in estasi di connessioni spirituali, triangoli di sesso come se ce ne fosse bisogno, quadri dipinti in stati di alterazione avanzata, scorticazioni facciali in maschere di sangue, feti deformi in attesa di maternità malate, una protagonista con lo strano vezzo di pisciare nei lavandini e nelle vasche, che si lascia manipolare nell’ingenua speranza di porre fine agli angosciosi incubi del passato, poi si fa corpo-madre, si muove sinuosa in stanze imprigionate nel sogno, ci si domanda cosa abbia alimentato questo delirio filmico e non ci sono risposte facili.
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