Regia di Álex de la Iglesia vedi scheda film
Nino e Bruno, due comici falliti, scelgono una diretta tv per farla finita. Dietro a questa drastica decisione ci sono una rivalità innata, una ragazza contesa, un manager approfittatore e tante altre ragioni, sensate o bizzarre.
Muertos de risa, cioè morti dalle risate, è la quarta pellicola diretta dal talentuoso Alex de la Iglesia; le aspettative, dopo opere come Il giorno della bestia (1995) e Perdita Durango (1997), sono alte e il lavoro lascia trasparire una certa, apprezzabilissima ambizione: il film è infatti un omaggio al cinema comico che fu – sostanzialmente i protagonisti escono da una commedia slapstick dell’era del muto – e al contempo una critica allo show business, agli pseudoartisti incapaci, ai manager arraffoni e a un pubblico dai gusti troppo spesso volubili, capace di trascinare continuamente gli artisti dalle stelle alle stalle e ritorno. Fin qui tutto bene, se non fosse che la sceneggiatura dallo stesso regista firmata insieme al sodale Jorge Guerricaechevarria collassa dopo circa mezzora, rimestando nelle stesse situazioni e con esiti prevedibili per i restanti 70-80 minuti, ridestandosi solamente per il simpatico finalino. Santiago Segura ed El Gran Wyoming sono i due azzeccati interpreti principali, mentre la parte del losco manager è affidata ad Alex Angulo, presenza irrinunciabile – e nobilitante – di ogni pellicola di de la Iglesia finora, eccettuata la precedente Perdita Durango (in cui c’era però Segura); nel cast compaiono inoltre Carla Hidalgo, Eduardo Gomez e Alfonso Lusson in particine laterali, anche perché l’intera storia si sviluppa attorno ai tre personaggi sopra citati, trascurando i restanti. Ulteriore , pur minima, pecca: di tanto in tanto il grottesco trascende in demenziale, alterando i toni della narrazione. Intrigo all’ultimo piano (2000) è la successiva regia di de la Iglesia. 4/10.
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