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In viaggio con Adele

Regia di Alessandro Capitani vedi scheda film

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La recensione su In viaggio con Adele

di Furetto60
7 stelle

Bella storia, intensa e commovente. Interpretazione superlativa di Haber e di Serraiocco

Adele, la straordinaria Saiocco, è una ragazza singolare, affetta da disturbi psichici, vive in un mondo tutto suo, si porta dietro un box con un gatto immaginario, dice sempre quello che le passa per la sua svagata testolina e indossa perennemente una tutina rosa con le orecchie da coniglio, appone ovunque i suoi fantasiosi post-it, con cui assegna i nomi agli oggetti che le stanno intorno e ha delle meravigliose e imprevedibili intuizioni, vive con la sola madre, in un paese della Puglia. Costei durante una festa, è colta da un infarto improvviso e muore sul colpo.Non sapendo a chi affidare “la ragazza con la testa tra le nuvole” che pur avendo 25 anni non è in grado di provvedere a se stessa, ” viene convocato Aldo Leoni, alias Haber che va a portare l’estremo saluto alla donna che aveva amato tanti anni prima e che solo in questa occasione, scopre di avere una figlia, Adele appunto. Aldo è un attore di teatro, un anziano ipocondriaco e schiavo di svariate manie e ossessioni, che sogna di entrare nel mondo del cinema, spalleggiato da Carla, sua agente e occasionale partner sessuale, avrebbe l’occasione di ottenere un ruolo importante in un film, però deve presentarsi per un provino dal regista francese Leconte. L'improvvisa dipartita della mamma di Adele costringe Aldo a modificare i suoi programmi,sconvolto da questa rivelazione, prima è scettico e poi vorrebbe liberarsi della “presunta figlia” persona decisamente impegnativa e non facilmente gestibile. Prova a portare la ragazza dalla nonna, poi dopo il fallimento di questo progetto, va in giro per la Puglia, alla disperata ricerca di un parente disponibile e poi presso il fantomatico fidanzato di lei, che vive in una casa famiglia a Frosinone, per scoprire quando lo raggiungeranno, che ha preferito “un altro”. Haber che in questa interpretazione finalmente da protagonista, è strepitoso, connota, il suo personaggio, di un carattere nevrotico, tratteggiato da infinite paure e fissazioni, un apparente cinismo, una parvenza di scontrosità, che nascondono una sostanziale solitudine e un bisogno di rapporto umano.

Insieme Aldo e Adele ne passeranno di tutti i colori, Aldo viene picchiato da alcuni teppisti, attirati dalla “disinvoltura” di Adele, poi addirittura rischierà di morire avvelenato da una forte dose di calmanti, ingeriti involontariamente a causa di un pesante “scherzo della figlia”, tuttavia imparano tra litigi e tenerezze, a conoscersi e ad amarsi. Vanno insieme al ristorante dove per paura di contrarre il cancro Aldo non mangia carne e ovviamente non fuma, al contrario di Adele che sta sempre con la sigaretta in mano, la quale non avendo freni inibitori gli dice, “Tu non tieni paura di morire, ma di vivere”, una perla di saggezza, elaborata da una persona “diversa”, ma non per questo incapace di capire. Aldo a poco a poco si affranca da questi timori, cambiando prospettiva e abitudini. Il finale per quanto prevedibile è molto emozionante: un post it “magico e rivelatore” cambierà il corso degli eventi. Intelligente e sensibile riflessione sul concetto di normalità e sulla paura della diversità. Scritto molto bene da Nicola Guaglianone, diventato nel giro di pochi anni tra i più affermati sceneggiatori italiani su soggetto firmato dallo stesso insieme proprio ad Haber e allo scomparso Tonino Zangardi, il film diretto dall’esordiente Alessandro Capitani, è una storia “on the road “ bella e commovente, seppur non certo originale. Ma il plus-valore del lavoro è dato dalla splendida e scoppiettante accoppiata formata da Haber e dalla giovane e brillante emergente Sara Serraiocco, che funziona alla grande e consente ai due di duettare felicemente, in un continuo scambio di battute.

 

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