Regia di Yayo Herrero vedi scheda film
Tra gli scherzi di una mente che cancella e le insanabili ferite della Storia,tra una fatwa che si abbatte contro la genia dei rei o degli infedeli e una sindrome di Stoccolma che indugia sullo sguardo turchino di un occasionale angelo sterminatore, una favola oscura che trasforma il fuori fuoco nella visione periferica di una coscienza sopita.
Bloccati in un bosco bosniaco a causa dell'auto in panne, la bella Selma e il suo aitante ragazzo tedesco rischiano di perdere l'aereo che li deve riportare in Germania. Quando sulla loro strada, lastricata dalle mine antiuomo dell'ultimo conflitto fratricida, si parano due truci cacciatori serbi, rischiano di perdere qualcosa di decisamente più importante che un semplice volo aereo.
Svegliatevi, morenti!
Se l'incertezza sul proprio futuro è una profezia che si auto-avvera o il riflesso condizionato di una storia di soprusi e violenze che continuano ad aleggiare minacciosi sul proprio presente, si rischia un cortocircuito emotivo che altera la percezione dello spazio e confonde i piani temporali, precipitandoci in un incubo ad occhi aperti in cui l'ossessiva litania di una sacra sura o il geloso possesso di un amuleto magico sono soltanto l'ambigua evocazione di una realtà così scovolgente e intollerabile da rimanere insabbiata tra le secche di una sfuggente e incerta consapevolezza di sè. L'identità e la memoria diventano quindi le variabili impazzite di una rappresentazione dei fatti che, come nel loop infinito di una scena ripetuta o nei proditori artifici di un montaggio sperimentale, finisce per restituirci il film sempre diverso di una storia dai contorni oscuri e dal finale incerto; un caleidoscopio di efferatezze, malie e luoghi comuni smentiti dalla sequenza successiva, dall'imprevedibile dipanarsi degli eventi, dal progressivo emergere di una presenza abominevole che da tempo immemore albergava dentro di noi. Tra gli scherzi di una mente che cancella e le insanabili ferite della Storia, tra l'implacabile sentenza di una fatwa che si abbatte contro la genia dei rei o degli infedeli e una sindrome di Stoccolma che indugia sullo sguardo turchino di un occasionale angelo sterminatore, lo smarrimento nel bosco di una bella coppia figlia del sincretismo dei nostri tempi è una favola oscura che trasforma il fuori fuoco nella visione periferica di una coscienza sopita ed il fragore devastante delle mine antiuomo negli stacchi di montaggio che scompaginano la logica di un racconto che sembra provenire dritto dritto dalle deliranti cronache dei semivivi cari a P.K.Dick (Ubik); d'altro canto col cinema è sempre così: basta una spruzzatina di verosimiglianza qua ed i vaghi contorni di una tenebrosa fantasticheria là che un multiverso di strabilianti possibilità si spalanca sterminato e abbacinante davanti ai nostri occhi. Svegliatevi, morenti!
Girato tra le Canarie e il Nord della Spagna da una nutrita compagine di piccole case di produzione e presentato tra gli altri al Sitges - Catalonian International Film Festival 2017, si avvale della capillare distribuzione on demand dell'ubiquitario Netflix.
O figli di Adamo, non vi ho forse comandato di non adorare Satana - in verità vi dico: egli è un vostro nemico dichiarato!
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