Regia di Matteo Rovere vedi scheda film
Affascinante e pregnante.
E' interessante e avvincente questa trasposizione cinematografica della storia/leggenda di Romolo e Remo. Anzitutto perché è di una crudezza realistica quanto impressionante ed espressiva, perché è realizzata con una cura davvero insolita per un film italiano di questo genere, perché ha una fotografia cupa ed espressiva e contiene molti significati su cui riflettere. La natura, qui, sia quella esteriore che la stessa natura umana, ha dei connotati misteriosi, grigi, maligni e ostili. L'uomo è rappresentato come un essere più animale che umano, preda quasi solo dei propri peggiori istinti, in perenne lotta coi suoi simili per una sopravvivenza disperata, in balìa di una natura matrigna, sanguinaria e violenta e, soprattutto, come predice la strega quando afferma che uno dei due fratelli ucciderà l'altro, soggetto ad un destino più grande di lui contro cui non può combattere. L'uomo, quindi, è condannato a soggiacere sempre e comunque finché, forse, Romolo, dando il via alla formazione di Roma, aprirà per l'essere umano le porte di un nuovo destino.
Decisamente credibili le interpretazioni, la tensione e il ritmo rimangono sempre alti, i personaggi e la ricostruzione storica sono curati benissimo e ci sono molte sequenze ricche di pathos. C'è da dire che ci sono parecchi prestiti da altri film, ma il tutto è abilmente rimescolato al fine di creare un'opera affascinante e pregnante.
Perciò, senza dubbio, Il primo Re lascerà in ogni caso un segno all'interno della nostra cinematografia.
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