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Bohemian Rhapsody

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su Bohemian Rhapsody

di Leman
2 stelle

Il peggior film biografico dello scorso decennio.

Rami Malek

Bohemian Rhapsody (2018): Rami Malek


A me non interessa se quello che dirò offenderà tutte le persone che hanno apprezzato questo film. Voi siete liberi di amare questo lungometraggio e di considerarlo un capolavoro.

Però vi consiglio di fare attenzione. Non lasciate che l’amore verso un artista vi faccia amare qualunque prodotto audiovisivo che lo riguardi o che omaggi la sua vita. Amare una canzone, un cantante o un gruppo non è un buon motivo per mettere da parte gli innegabili difetti di un film. 

Questa recensione (che io preferisco definire con la parola “scritto” in quanto non sono un recensore) per molti potrà sembrare fuori tempo massimo, in quanto il film è ormai uscito da più di un anno e ha già conquistato il mondo, arrivando addirittura al sesto mese consecutivo di repliche in centinaia di sale di tutto il mondo.

Tuttavia personalmente reputo questo il periodo migliore per far uscire il mio scritto, non tanto per il tema trattato dal film quanto per il modo in cui manipola la storia e il pensiero dello spettatore attraverso falsità e faziosità.

Questo argomento mi interessa particolarmente in quanto a causa dell’epidemia che da mesi sta bloccando il nostro mondo, i mezzi d’informazione stanno giocando molto sulla presunta ignoranza della popolazione. Ormai non è più importante dare informazioni imparziali ai cittadini per farci comprendere tutto ciò che quotidianamente succede intorno a noi. L’informazione che noi stiamo vivendo è una tipologia di giornalismo parziale e sfacciata, che mira solo al condurre lo spettatore verso un pensiero preciso, che sia il cerchiobottismo retorico nostalgico della Democrazia Cristiana portato avanti da La7, il moralismo finto e falsamente democratico della RAI o il terrorismo mediatico cattolico-berlusconiano tipico della Mediaset e nello specifico di Rete Quattro e Canale Cinque. Non ha importanza l’ideologia portata avanti, l’importante è diffonderla. 

Non mi da fastidio tanto l’ideale, che ognuno di noi giustamente ha, quanto piuttosto il tentativo di plagiare milioni di menti solo per portare avanti tale ideale. 

Cosa centra in tutto questo il film sulla vita di Freddie Mercury? 

Bohemian Rhapsody è la rappresentazione cinematografica di questo linguaggio portato avanti attraverso i mezzi di comunicazione negli ultimi decenni. Il film di Bryan Singer è l’esempio massimo di una forma di cinema faziosa e che altera sfacciatamente la realtà al solo scopo di lucro. La vita intera di un uomo viene in questo film ribaltata senza il minimo rispetto. E per cosa? 

Per “far schèi sulle spàle dei morti”, come direbbe mio nonno.

La mia decisione di fare questo scritto su Bohemian Rhapsody nasce quindi dalla volontà di ricordare alle persone che a volte anche il prodotto più apparentemente innocuo può nascondere bugie manipolatorie e falsità faziose. 

Ma cosa rende Bohemian Rhapsody un film così orribile? Cosa lo rende uno dei più grandi fallimenti dello scorso decennio? 

Cercherò di parlarvene nel modo più esaustivo possibile.

Cominciamo...

 

Rami Malek

Bohemian Rhapsody (2018): Rami Malek

PARTE 1 - Una Produzione Travagliata

 

Molti vennero a sapere del film solo quando il trailer uscì e demolì ogni record di visualizzazioni. Ma in verità la storia della produzione del film si è rivelata molto più lunga e travagliata di quello che immaginavo inizialmente.

La triste storia di Bohemian Rhapsody inizia nel 2010, quando Brian May e Roger Taylor diedero inizio alla produzione di un film biografico sul celebre gruppo di cui avevano fatto parte. Furono chiamati sceneggiatori e registi per il film e fu scelto Sacha Baron Cohen nel ruolo di Freddie Mercury. Effettivamente vedendo il popolare comico non si può non notare una certa somiglianza con il celebre musicista. A differenza di Rami Malek lui non aveva bisogno di protesi per assomigliare a Freddie Mercury, gli bastava truccarsi e sarebbe stato praticamente identico. 

Perché diciamocelo, Rami Malek è stato molto bravo ma i suoi denti finti mi terrorizzano ancora oggi. Sacha Baron Cohen era la scelta perfetta per interpretare il ruolo. Invece ciò non accadde perché la produzione andò avanti per altri tre anni senza risultati, fino a quando nel 2013 Cohen non abbandonò il ruolo. Molti pensarono che lo abbandonò perché non ci sperava più, ma in verità uscì dalla produzione per divergenze creative con i Queen e i produttori del film.

L’attore voleva un film che affrontasse la sessualità di Freddie Mercury e il suo rapporto con gli eccessi, mentre invece i Queen volevano un biopic per famiglie senza sesso e droga che potessero vedere anche i bambini con i loro genitori. May e Taylor volevano fare un film celebrativo e auto-indulgente, mentre l’attore voleva un film che affrontasse la dolorosa vita di un uomo complesso. Inoltre Cohen aveva contattato registi di spessore come David Fincher e Tom Hopper, mentre May e Taylor volevano un mestierante per evitare che un regista più autoriale mettesse la sua personalità all’interno del film che doveva celebrare la loro carriera. 

Dopo l’abbandono dell’attore e dello sceneggiatore da lui chiamato ingaggiarono Dexter Fletcher come regista del film, che però fu licenziato perché in disaccordo con Graham King, produttore che era in disaccordo pure con la visione di Sacha Baron Cohen. 

Dopo numerose problematiche nel 2016 furono finalmente scelti Bryan Singer come regista e Rami Malek nel ruolo di Freddie Mercury. La produzione del film ebbe finalmente un vero sblocco e alla fine si optò per l’adattamento adatto a tutta la famiglia voluto dagli ex-membri del gruppo.

Come sapete ogni film che non nasce con un titolo preciso viene messo in produzione con un cosiddetto “working title”, ovvero un titolo che viene utilizzato solo per la produzione del film in attesa dell’annuncio del titolo ufficiale. 

Il titolo di lavorazione di Bohemian Rhapsody era... “Bohemian Rhapsody”.

Non sto scherzando. La successiva produzione e post-produzione del film sono state talmente problematiche che il working title del film non è mai stato cambiato. 

Oltre ai numerosi intoppi durante le riprese il film ebbe uno stop importante quando Bryan Singer fu accusato di molestie sessuali ai danni di minori e di cooperazione nel commercio di immagini pedo-pornografiche. Il film si trovava così senza un regista durante le riprese. Nessun regista accettò il ruolo sapendo della tremenda catena di sfortune che il film aveva avuto e così fu richiamato il regista Dexter Fletcher a girare le scene rimanenti. Fletcher lottò per inserire scene che mostrassero il rapporto di Mercury con i suoi eccessi sessuali e le uniche due cose che riuscì ad inserire furono una scena di 30 secondi di Mercury che entra in un Night Club per omosessuali e un’inquadratura di 3 secondi sul finale dove Freddie tiene per mano il suo fidanzato, che ha incontrato una sola volta in tutto il film e che nella realtà era stata la relazione più importante della vita del musicista. 

Le restanti riprese del film furono realizzate con poco budget e con delle location improvvisate sul momento.

In sede di montaggio il montatore John Ottman si trovò ad unire tutto quel casino in tempi di lavoro disumani e terminò di montare Bohemian Rhapsody a poche settimane dall’uscita del film nelle sale. A peggiorare la situazione ci fu la mancanza di molte inquadrature, che non furono girate per mancanza di tempo. Ottman si trovò così costretto ad utilizzare tutto quello che aveva per finire il montaggio del film. Si trovò costretto addirittura ad utilizzare gli Outtakes del film, ovvero tutte quelle inquadrature dove in teoria la macchina da presa non sarebbe dovuta nemmeno essere accesa e che normalmente finiscono nei retroscena dei DVD. 

Tutti questi casini produttivi e legali portarono al concepimento del film che tutti quanti abbiamo visto, che a detta stessa degli autori uscì nelle sale incompleto e con moltissimi cambiamenti fatti all’ultimo momento.

Una storia del genere non poteva portare a nulla di buono.

 

Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Rami Malek

Bohemian Rhapsody (2018): Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Rami Malek

PARTE 2 - Linguaggio cinematografico 

 

Come tutti sanno il film ha riscosso un tale successo di pubblico da rendere futili tutte le numerose stroncature ricevute dalla critica specializzata. Essendo l’Academy una premiazione molto più legata alla politica e al sociale che all’arte e alla cultura, l’enorme successo economico di Bohemian Rhapsody l’ha reso il film peggio recensito della storia degli Oscar a ricevere così tante nomination e a divenire un possibile Front-Runner per il premio di miglior film, che poi è fortunatamente andato a una pellicola innocua e godibile come Green Book. 

Sono il primo a dubitare dei pareri a volte fin troppo (o troppo poco) severi della critica specializzata, ma in questo caso le nomination al film sono state fonte di numerose critiche in quanto in forte contrasto con le reali qualità tecniche del prodotto. 

La più eclatante è stata senza dubbio la vittoria di John Ottman, che è stato premiato per il miglior montaggio. L’Academy ha sempre dato poco peso a premi di questo genere in quanto ritenuti poco importanti dai dirigenti stessi dell’organizzazione, ma questa vittoria del montaggio di Bohemian Rhapsody ha giustamente indignato molti professionisti del settore e generato numerose critiche. Lo stesso John Ottman si è detto deluso dal montaggio finale dell’opera e ha velatamente criticato l’Academy e chiunque abbia ritenuto giusto premiarlo.

Questo perché dire che il montaggio di Bohemian Rhapsody è un mediocre uso del linguaggio cinematografico sarebbe un eufemismo, in quanto presuppone che il film faccia un uso anche solo minimamente corretto del linguaggio cinematografico. 

Se tutto sommato negli scorsi anni ci sono stati molti film peggiori di Bohemian Rhapsody, è comunque molto difficile trovare film con un uso così sgrammaticato del montaggio. 

Se mi arrabbio è perché il montaggio è la base stessa del cinema, un qualcosa su cui ormai è stato scritto di tutto da oltre 100 anni. Non trovare rispettate nemmeno le più semplici regole di campo-controcampo in un film fatto con così tanti soldi e dal così grande successo è tecnicamente inaccettabile. 

Non si può vedere nel XXI secolo un film con scene di dialogo dove mentre un personaggio parla si taglia decine di volte sui volti di chi lo sta ascoltando e non si possono usare più di 5 stacchi di montaggio solo per far sedere un personaggio. Quello che sto guardando dovrebbe essere un film, non un servizio fotografico. Inoltre ci sono errori di montaggio nel film che veramente fanno capire come ci sia stata poca cura nella confezione del prodotto. Non scherzo quando vi dico che in questo film ci sono momenti dove un personaggio parla in piano americano, c’è uno stacco sull’altro personaggio con cui sta dialogando e poi la macchina da presa ritorna sullo stesso personaggio cambiando posizione e tipo di inquadratura. Tu stai seguendo un dialogo e ti ritrovi spaesato più volte senza capire cosa sta succedendo. 

Capisco che questi potrebbero essere visti da molte persone come inutili tecnicismi che possono essere notati solo da noi amanti del cinema, ma vi posso assicurare che queste tecniche sono le basi del montaggio cinematografico. Inoltre nel momento in cui bisogna analizzare un’opera nelle sue qualità, non si possono negare quelli che sono problemi evidenti del film. 

Vi faccio un esempio più semplice: una sera andate con la vostra fidanzata in un ristorante molto prestigioso e chiedete al cameriere una bistecca ben cotta e un buon vino rosso. Immaginate che il cameriere invece di essere vestito elegante porti le pantofole e una felpa di Dolce & Gabbana. Immaginate che la bistecca arrivi cruda e che all’ultimo vi dicano che il vino è finito ed è rimasta solo acqua naturale. Voi siete liberi di apprezzare la carne cruda, l’acqua naturale e le pantofole del cameriere, ma quello che vi è arrivato è un servizio obiettivamente deludente. 

Bohemian Rhapsody inoltre non pecca solo dal punto di vista del montaggio, quanto dal punto di vista della regia vera e propria.

Non ho mai apprezzato particolarmente Bryan Singer, ma considerando che è stata licenziato durante la produzione, non credo che la regia sia un suo fallimento. Non ha importanza identificare il colpevole, quanto piuttosto spiegare cosa rende pessima la regia del film. 

La regia di Bohemian Rhapsody è il più sterile e pigro modo di mettere in scena un film da 100 milioni di dollari che possiate trovare in giro. Una regia che a causa dei numerosi problemi di produzione in certi momenti sembra un incrocio tra una Fiction della Rai e un programma della De Filippi. Non capisco l’esaltazione del pubblico verso la messa in scena, a me sembra che il regista non faccia altro che seguire passivamente il susseguirsi degli eventi senza mettere un minimo di personalità all’interno dell’opera. 

Il culmine di questa sterilità registica secondo me si raggiunge nella sequenza del Live Aid. Tralasciando quello che è probabilmente il peggior Green-Screen mai visto in un film ad alto budget, la sequenza è una riproduzione “shot-for-shot” dell’esibizione più conosciuta dei Queen. La ricostruzione scenica è accurata nel minimo dettaglio. Vedendo il video su YouTube dell’esibizione si capisce come sia stato replicato ogni singolo oggetto di scena e ogni minimo movimento degli attori, che coincidono con le movenze originali dei musicisti. Tutto è stato incluso, a parte ovviamente 10 minuti dell’esibizione, che sono stati adeguatamente tagliati per metterli nell’edizione speciale e lucrare ancora di più sul successo commerciale del film. Questa scena, universalmente amata, è il culmine del cinema manipolatorio e accomodante che io ho sempre odiato e che invece ha sempre conquistato il pubblico. Una scena che non ha dietro alcuna decisione artistica, ma solo la più repellente e fastidiosa forma di Fan-Service conosciuta dall’uomo. 

È divertente per me notare come gli autori del film si siano preoccupati di realizzare una scena uguale nel minimo dettaglio alla realtà, ma che poi se ne siano sbattuti altamente di mantenere tale rispetto alla realtà storica anche nel resto del film.

 

Gwilym Lee, Rami Malek

Bohemian Rhapsody (2018): Gwilym Lee, Rami Malek

PARTE 3 - Vita, Sessualità e Falsi Storici.

 

Capisco cambiare qualche dettaglio per via dell’impossibilità di raccontare l’intera vita di una persona. Comprendo la decisione di romanzare una storia vera per rendere più appassionante la vicenda. Posso far passare anche la più banale delle date, probabilmente sbagliata a causa della pigrizia dello sceneggiatore che non ha avuto l’arguzia di cercarsi su Google cose che palesemente non sapeva. 

Posso lasciar passare ogni ingenuità e licenza poetica.

Ma quando il numero di incongruenze diventa talmente alto che si può considerare attendibile solo una parte di ciò che accade all’interno del film, allora mi dispiace ma avete ufficialmente sorpassato il limite della decenza umana. 

“È un film, non un documentario” hanno dichiarato gli autori del biopic dopo la pioggia di critiche piovutegli addosso. Di sicuro non si può inserire tutta la vita di una persona all’interno di un film, ma il minimo richiesto sarebbe non inserire eventi, date e nomi inventati di sana pianta.

Faccio prima a dirvi tutto ciò che di attendibile potete trovare all’interno di Bohemian Rhapsody, ovvero la parte dove vanno a stare in quella casa in campagna per fare il loro album e la ricostruzione del Live-Aid. 

Tutto il resto è falso.

Ogni singolo dato inserito all’interno del film altera la realtà, in certi casi lievemente e in altri molto pesantemente. Capisco che in molti sono andati a vedere questo film solo per omaggiare la figura di Freddie Mercury, ma il biopic nasce per narrare la vita di una persona realmente esistita e per far capire alle persone la sua importanza. Io dal film devo quindi capire cosa ha fatto questa persona per meritare un’opera biografica basata sulla sua vita. I Queen sono un gruppo che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e segnato traguardi incredibili. Che senso ha inventarsi primati che non hanno mai avuto solo per giustificare il loro successo? Questo film non altera solo gli eventi storici, cambia proprio tutto ciò che ha reso celebre il gruppo nel corso del tempo.

Nemmeno l’inizio della carriera di Freddie Mercury e dei Queen sono riusciti ad azzeccare.

Nella storia dei Queen ci fu un produttore che diede loro un aiuto molto importante e che li supportò per molto tempo. Senza di lui probabilmente Freddie Mercury non avrebbe trovato nessuno disposto a produrgli Bohemian Rhapsody e i Queen non sarebbero riusciti a fare album come “Sheer Heart Attack”, “A Night At The Opera” e “Jazz”, che sono considerati da tutti gli amanti del gruppo e dalla critica musicale gli album migliori della carriera dei Queen. Tale produttore si chiama Roy Thomas Baker ed è stato il produttore di alcuni dei più amati gruppi musicali degli anni ‘70/‘80, tra cui possiamo trovare i Rolling Stones, i Guns N’ Roses, i Mötley Crüe, i The Who, i The Cars, i Devo e cantautori del calibro di David Bowie, Joe Lynn Turner, Ozzy Osbourne e Dusty Springfield. Questo produttore è a tutti gli effetti un genio, un grande dell’industria musicale senza il quale non avremmo molti capolavori. E Bohemian Rhapsody ha fatto la cosa più offensiva che poteva fare. Ha cancellato Roy Thomas Baker dalla storia dei Queen. 

Al suo posto troviamo un produttore incompetente interpretato da Mike Myers chiamato Ray Foster, che esalta i pezzi più commerciali dei Queen e distrugge Bohemian Rhapsody, a differenza di Baker che aveva esaltato e riascoltato decine di volte il brano. Ho fatto le mie ricerche e ho scoperto che Ray Foster in realtà non è mai esistito. Hanno cancellato i traguardi di uno dei produttori più importanti di quel periodo solo per mettere una scena dove i Queen mandano a quel paese la stessa casa discografica a cui devono il loro successo. 

L’unico produttore importante che viene mostrato nel film è John Reid e nulla di quello che succede legato a questo personaggio è accaduto realmente. 

Ma non è finita qui. 

Viene data una grande importanza alla prima moglie di Freddie Mercury, che di sicuro fu una sua grande amica anche dopo il divorzio, ma che non ha influito sulla vita del frontman dei Queen come viene invece mostrato. Mary era l’ex di Brian May e non una che ha trovato a caso in un centro commerciale. Gli autori hanno dedicato metà del film all’unica relazione importante che Mercury abbia mai avuto con una donna, ma hanno dedicato solo due scene alla relazione più importante della sua vita, quella che ebbe con l’uomo che gli fu vicino anche sul letto di morte.

Come se non bastasse dal film sembra quasi che Freddie fosse veramente innamorato di lei, quando in verità il matrimonio con Mary era solo una scusa per non accettare la verità, ovvero che lui era omosessuale. 

E qui il film prende un’ulteriore bastonata, in quanto se veramente Freddie era innamorato di Mary, questo renderebbe Mercury un bisessuale. Questo intermezzo storicamente fasullo e il modo in cui viene rappresentata la sessualità di Freddie Mercury sono stati molto criticati negli Stati Uniti. Tutta la comunità LGBT ha fatto notare come la rappresentazione di Freddie Mercury in questo film fosse macchiettistica e stereotipata. Nella realtà Mercury è stato un simbolo per milioni di persone in tutto il mondo e ha simboleggiato un modo di affrontare la propria sessualità libero e senza ostacoli. Se tu mi mostri tutti i suoi eccessi nel modo di vestire e di comportarsi con un registro goliardico, tu mi sminuisci l’importanza che questa figura ha avuto per intere generazioni di giovani. 

Inoltre vuoi narrare la sessualità di un uomo molto complesso e l’unica scena di sesso mostrata nel film (senza eccessi e solo superficialmente) è tra Freddie e la sua prima moglie? 

Ma che cosa avete nel cervello? 

L’orribile rappresentazione della sessualità di Freddie Mercury è importante in quanto porta al falso storico più offensivo e imperdonabile del film, ovvero la malattia di Freddie Mercury. 

 

Freddie Mercury

Freddie Mercury: The King of Queen (2018): Freddie Mercury

PARTE 4 - AIDS

 

La falsità con cui viene mostrato il fenomeno dell’AIDS all’interno di Bohemian Rhapsody non ha nulla da invidiare alla disinformazione che veniva fatta su questa tematica negli anni ‘80, quando il fenomeno della malattia era al suo picco. 

In questo periodo i mezzi d’informazione e l’amministrazione del presidente Reagan portarono avanti una crociata contro gli omosessuali, dipingendoli come gli unici a riscontrare la malattia. Si possono trovare decine di servizi dove veniva detta questa menzogna, creata esclusivamente per demonizzare la figura dell’omosessuale e che portò molti giovani eterosessuali ad entrare in contatto con la malattia in quanto credevano di essere al sicuro da essa. Senza le adeguate protezioni l’Aids può essere riscontrata in ogni essere umano e ci possono essere casi in cui le protezioni adottate si dimostrano inefficaci, in quanto non esistono preservativi sicuri al 100%. Invece in quel periodo a causa della disinformazione dei media l’Aids divenne simbolo di depravazione e nonostante i migliaia di morti, gli omosessuali vennero comunque incolpati (alcuni addirittura arrestati) senza alcuna prova. 

All’interno del film viene volontariamente sbagliata la data in cui Mercury scoprì l’Aids, solo per dare maggiore portata drammatica al suo ritorno sulle scene al Live-Aid. Inoltre i comportamenti discutibili che l’hanno probabilmente portato a prendere la malattia vengono fatti risalire solo al periodo successivo al momento in cui capì di essere omosessuale. Nel film quindi il rapporto tra la malattia di Freddie e la sua sessualità va di pari passo, quando in verità aveva cominciato a drogarsi e a fare sesso occasionale ben prima. Non c’è alcun rapporto tra l’orientamento sessuale di Mercury e la malattia che lo uccise, dire il contrario all’interno di un film sulla sua vita è una scelta ignobile e degna del peggior lungometraggio contro l’omosessualità, come quelli che gli Stati Uniti facevano negli anni ‘50.

Inoltre ridurre i problemi di salute di Freddie Mercury solo all’AIDS è fare disinformazione, in quanto il cantante era già andato contro a problemi di vario tipo che avevano reso inutili molte cure da lui fatte e che gli permisero di vivere solo fino all’età di 45 anni.

All’interno del film l’omosessualità di Mercury è strettamente correlata agli errori commessi, mostrando in questo modo l’omosessualità come comportamento deplorevole che conduce solo alla malattia.

La sottotrama con l’ex-partner malvagio gay di Freddie Mercury, che lo avrebbe fatto litigare temporaneamente con i Queen (falsità storica) e che lo avrebbe condotto a quello stato di vita (altra falsità storica), è una delle sottotrame più orribili del film e serve solo a demonizzare ulteriormente l’omosessualità. Inoltre il film non dice che quella persona nella vita reale ha preso l’Aids, esattamente come Mercury, quindi dipingerlo come un mostro che ha quasi fatto sciogliere i Queen è una scelta indecorosa e irrispettosa.

Ci sono numerose incoerenze e falsità in Bohemian Rhapsody, ma quella legata all’Aids è forse la peggiore, perché ribalta completamente una tragedia che ha causato molti morti per propagandare un messaggio su cui il vero Freddie Mercury avrebbe sputato sopra. 

 

Freddie Mercury

Freddie Mercury: The Greatest Showman (2019): Freddie Mercury

PARTE 5 - Il Successo Planetario

 

Nonostante la sua scarsa qualità e la sua produzione complicata il film ha comunque incassato più di 900 milioni di dollari in tutto il mondo e ha dominato le sale per molti mesi. Lasciatemi dire che togliere spazio ai film più piccoli e con una scarsa distribuzione per lasciare spazio a un film che ha già avuto il suo periodo di passaggio nelle sale è una scelta che gli esercenti si potevano risparmiare. Capisco che i cinema sono in crisi, ma anche chi non ha fatto un film su uno dei gruppi più amati del mondo ha diritto a guadagnare qualcosa. 

Dare 6 mesi ad un film come Bohemian Rhapsody e nemmeno un giorno a The Lighthouse di Robert Eggers, che a questo punto non so nemmeno se uscirà mai, mi sembra una scelta abbastanza vergognosa. 

È inutile che continuiamo a mentire sulla qualità di questo prodotto per giustificare il suo successo. La ragione del successo del film è una soltanto, ovvero il nome di Freddie Mercury, che avrebbe portato milioni di persone in sala anche se il film trasmesso fosse stato Jack & Jill. 

Vi ricordo che il film è stato trasmesso anche in versione Karaoke, con i sottotitoli che comparivano durante le canzoni. Questo significa che al pubblico non interessava nulla del film, ma solo di sentire le canzoni scritte da Freddie Mercury e di vedere celebrato il loro gruppo musicale preferito.

Certi film incasserebbero miliardi anche se fossero i peggiori film della storia del cinema, perché sono destinati a incassare fin dal momento stesso in cui vengono messi in produzione. In molti sono rimasti stupiti dal successo di questo film. Quanto vi aspettavate che incassasse il primo film sul gruppo musicale più amato di sempre? 

Viviamo in un’epoca dove le major producono solo film appartenenti a un brand che possa portare soldi nelle loro tasche e per affidarsi a qualcosa di genuino e fatto con cura bisogna rivolgersi a case più piccole come A24 o Fox Searchlight. 

Per tutto ciò che rappresenta questo film a livello produttivo, storico e cinematografico non posso fare altro che sottoscrivere ogni parola di quello che ho scritto.

 

Freddie Mercury

Freddie Mercury: The King of Queen (2018): Freddie Mercury

PARTE FINALE - Conclusioni

 

Bohemian Rhapsody è un film che non sa cosa vuole raccontare e che lo racconta pure male. 

Di sicuro non è privo di cose positive, come ad esempio l’ottimo utilizzo della colonna sonora e tutto l’aspetto sonoro della pellicola, oppure il cast stesso del film che non mi è affatto dispiaciuto. 

Ma i pochi pregi di cui tutti hanno parlato non salvano un film purtroppo nato sotto una cattiva stella. La maggior parte dei problemi tecnici sono probabilmente dovuti alla produzione travagliata del film, ma questo non giustifica l’incapacità dei produttori di risolvere tali problemi. 

Dall’uscita di Bohemian Rhapsody sono uscite notizie su molti altri biopic. Il produttore del film che ho menzionato nella prima parte ha intenzione di realizzare un film biografico sulla vita di Michael Jackson. Vedendo l’incapacità con cui è stata gestita la vita di Mercury, non credo che la vita di Jackson sarà affrontata con obiettività e rispetto verso la realtà. 

Un altro biopic di cui ho sentito parlare è quello su David Bowie. Tuttavia questo biopic nasce anch’esso con pessimi presupposti, in quanto dopo aver letto la sceneggiatura la famiglia di Bowie (tra cui anche il figlio, ovvero il regista Duncan Jones) ha negato alla casa di produzione la possibilità di utilizzare le canzoni del musicista all’interno del film e si è battuta per bloccare la produzione del biopic.

La famiglia di David Bowie si è resa conto di quello che nessuno ha osato dire durante la produzione di Bohemian Rhapsody, ovvero che la persona attorno a cui ruota il film non avrebbe mai accettato la realizzazione di un biopic fasullo e auto-indulgente basato sulla propria vita.

È per questo che mi sorprende il successo che il film ha avuto tra i fan dei Queen, che in teoria dovrebbero capire se un film rispetta o no la vita del loro musicista preferito. Pure una persona come me, che apprezza i Queen ma non li venera, è riuscita a cogliere tante incongruenze senza nemmeno leggersi la pagina Wikipedia di Freddie Mercury, come ha fatto il fandom stesso a non rendersene conto? 

Va benissimo apprezzare un film o emozionarsi guardando Bohemian Rhapsody, io non critico questo. Ma qui ci troviamo di fronte a un film storicamente fasullo, moralmente discutibile, pieno di difetti tecnici e con un ritmo da telenovela spagnola.  

Inoltre il film infanga la critica dicendo che i critici non capiscono nulla perché al tempo Bohemian Rhapsody (la canzone) venne accolta in maniera tiepida. Sciacquatevi la bocca e imparate a fare film decenti prima di offendere chi vi fa notare di aver fatto un film terribile sotto ogni aspetto. 

Prima di insultarmi per il mio parere sul film, ricordatevi che stiamo parlando di un lungometraggio che offende la memoria di un uomo che ha sofferto e che è stato costretto a vivere in un periodo dove le persone come lui venivano discriminate e incriminate solo per il loro orientamento sessuale. Supportando questo film voi supportate tutto ciò che lui avrebbe odiato.

Ricordatevelo quando vedrete un film su David Bowie senza le canzoni di David Bowie.

La realtà è una sola e questi biopic fatti con i piedi non potranno mai cancellarla. 

Bohemian Rhapsody non verrà mai rivalutato, perché porta avanti un modo di fare cinema vecchio e un modo di pensare ancora più bigotto. 

Invece Freddie Mercury non verrà mai dimenticato perché in un mondo di gente che remava all’indietro, lui era l’unico a guardare avanti. 

 

Ho finito. 

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