Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Kolossal lanciato da un battage pubblicitario senza precedenti, pluriacclamato da critica e pubblico. Un successo annunciato (e scontato) che racconta i retroscena di un mito. Quello di Freddy Mercury, cantante con una delle più belle ed emozionanti voci mai esistite.
Londra, 1970. Farrokh Bulsara, nato a Zanzibar ma di cittadinanza inglese, dopo avere assunto lo pseudonimo di Freddy e nonostante le avversità paterne, decide di fondare un gruppo musicale assieme a Brian e Roger cui si aggiunge l'anno seguente anche John. I Queen ottengono subito enorme successo mentre Freddy, fidanzato con Mary, scopre di essere attratto dagli uomini. La vita privata di Freddy si trasforma lentamente in un incubo, tra occasionali rapporti sessuali, festini e persone che cercano di avvantaggiarsi della sua conoscenza, mentre la carriera artistica procede in crescendo fino alla metà degli Anni '80, quando -a seguito di una forte proposta economica- Freddy cede alla richiesta di esibirsi come solista.
Dopo lungo tempo Mary, ex fidanzata di Freddy riesce a incontrare il cantante, quando è ormai precipitato in un vortice di vizio e perversione. "Come te la passi Freddy?", domanda, ottenendo un'esauriente replica: "Mi sento un po' perso..."
Bryan Singer, regista solitamente impegnato nella direzione di blockbuster derivati dall'universo a fumetti targato Marvel (X-Men), si trova tra le mani una sceneggiatura impostata come biografia su uno dei personaggi musicali più importanti di sempre. Un soggetto che non può non colpire il pubblico. Un kolossal (52.000.000 di dollari, il budget) dal successo annunciato e scontato. Lanciato da una promozione costante, duratura e sfiancante, Bohemian Rhapsody è un film che avrebbe potuto benissimo sbancare i botteghini anche se realizzato come no budget. Perchè a colpire lo spettatore è l'infausto destino di un divo che si è trovato a vivere un inferno sulla terra, nonostante un'eccezionale dote artistica e l'enorme riscontro del pubblico. Dire che siamo di fronte ad un brutto film sarebbe impossibile, dato appunto l'ingente capitale che ne sta alla base, con il quale persino un ipotetico Polselli -o Ed Wood- ne avrebbe ricavato un successo eclatante. Certo, se è comprensibile l'accoglienza del pubblico, guidato in parte anche da un battage pubblicitario senza precedenti, rimane incredibile l'enorme incetta di premi e Oscar portati a casa grazie a giurie critiche evidentemente forzate da un pregiudizio che del film ne ha fatto un capolavoro a prescindere. La parte musicale, riservata ad un finale che sa di incompletezza, si concentra nel riassunto del concerto del 13 luglio 1985, che oltre a costituire il ritorno sulle scene del gruppo (in precedenza diviso da interessi economici), mostra un cantante che vuole andare avanti, consapevole di essere colpito da un male incurabile e -soprattutto- di "essersi perso", allontanandosi dai veri affetti. Impressionante, invece, figura essere stata la selezione degli attori, copie dei reali personaggi che -assieme alla ricostruzione ambientale del tempo- rappresenta il vero piatto forte del film. Soprattutto considerato che si tratta di un film biografico.
Curiosità
Il 5 settembre 2016, in occasione di quello che sarebbe stato il 70 compleanno di Freddy, l'asteroide 17473 -scoperto nel 1991, anno in cui l'artista è scomparso a causa dell'AIDS- è stato rinominato 17473 Freddiemercury.
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