Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Coloro che hanno perso un concerto dei Queen si calmino. Singer è riuscito a ricreare quell'aurea magica che solo un live avrebbe avuto. E non ci si sorprenda se ad un certo punto venga voglia di cantare "Mama, uhu uhu uhu..."
La forza espressiva di un concerto dal vivo rivive in un film musicale grazie all'inesauribile magia del cinema che narra la storia come un riuscito LP dei migliori successi del gruppo inglese. Tempo limitato per le biografie dei personaggi, Mercury a parte, e grande spazio all'energia derivante dalle canzoni dei Queen, martellanti dall'inizio del racconto sin dai titoli di testa con un crescendo che porterà all'esibizione finale al Live Aid. Bravi gli attori e non solo Malek (comunque veramente convincente) ad interpretare i componenti del gruppo, e brava la regia che preferisce solo suggerire le scandalistiche vicende private di Freddie, mantenendosi in quel confine rispettoso che un grande personaggio come lui giustamente merita. Nella sostanza è un film limitato, come molti prodotti biografici, ma che ha nel vigore narrativo la sua maggiore qualità. E la regia ha l'indubbio merito di essere riuscita a ricreare quell'empatia con il pubblico che solo un live concert può creare e che porta gli spettatori seduti nelle loro poltroncine a cantare ed applaudire come se fossero accalcati sotto ad un palco. Stregante.
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