Regia di Boris Barnet vedi scheda film
Che bello 'sto film, e che originale. Per dirla in poche parole, racconta di tre ingenui su un'isola di pesacatori del Mar Caspio: lei si abbandona a familiarità, sorrisi, ed effusioni affettive decisamente eccessive (almeno per una che non è innamorata) e non si accorge che i due uomini sono cotti di lei finché non ci sbatte la testa contro; loro, invece, le corrono dietro come ragazzini alla prima infatuazione, si fanno gli sgammbetti, cullano scintillanti sogni d'amore, e non si accorgono che simili pensieri neppure sfiorano la ragazza. Forse sono proprio l'ingenuità dei tre, i loro sorrisi, la goffaggine degli uomini e la dolcezza di lei le cose più belle di questo film. Per il resto, la pellicola offre belle riprese marine e una luminosa fotografia a base di sole e sabbia, e costruisce una giocosa atmosfera di serenità. E pensare che fu girato negli anni più bui dello stalinismo, terribile epoca di epurazioni, quando migliaia di persone venivano fucilate o spedite in Siberia. E quando il cinema - va aggiunto - era concepito come strettamente a servizio della causa comunista. Lo stesso Barnet girò diverse opere di propaganda. Qui di propaganda non ce n'è proprio; addirittura i lavoratori s'imboscano per andare a cercare regali per la ragazza... e la cosa è mostrata come buffa e simpatica. Forse anche per questo è riuscito tanto bene. Barnet pare insomma che avesse temporaneamente staccato le spine dell'ideologia, come aveva fatto anche l'anarchico Jean Vigo quando girò un film su due sposini che litigano o poi si rappacificano (L'Atalante). In ogni caso, questo film è proprio gradevole e lascia dentro una piacevole sensazione. Penso che possa piacere anche a coloro che non sono cultori del cinema sovietico e del realismo socialista.
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