Regia di Bitto Albertini vedi scheda film
Commistione western e gongfu movie che ha il merito di non spingere troppo sul versante demenziale. Albertini riprende il personaggio lanciato da Mario Caiano con Il Mio Nome è Shangai Joe, pur cambiando l'attore, per dar vita a un western sulla falsa riga di quello costituito dalla coppia Bud Spencer e Terence Hill. Viene meno la capacità di osare che aveva caratterizzato il primo episodio, così come viene meno lo splatter e le trovate da film di genere. Quel che resta è poco di innovativo, per un'ora e venti leggera senza guizzi e senza sequenze memorabili. La sceneggiatura è trita e ritrita, non salvata dalle movenze feline del protagonista e dalle scazzottate che risentono dei successi dei prodotti interpretati da Bruce Lee.
Si distingue un iracondo Klaus Kinski (tenta persino un inatteso stupro, per una pellicola del genere, durante una sparatoria ai danni della connazionale Karin Field), oltre che al simpatico Tommy Polgar, nei panni di un ciarlatano che ogni tanto ne indovina qualcuna (tipo trovare il petrolio dopo essersi fatto pagare per trovare una falda acquifera). Simpaticissima la colonna sonora che rievoca i pezzi scanzonati dei Beatles. Mediocre, ma c'è di peggio.
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