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Irma la dolce

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Irma la dolce

di Antisistema
8 stelle

Irma la Dolce (1963) è una pellicola della tarda maturità di Billy Wilder che mescola sempre più la commedia con una fortissima amarezza che deriva dall'acuta analisi sociale del regista, il quale mette in scena l'ipocrisia piccolo borghese dei suoi personaggi sbattendo in faccia allo spettatore la propria ipocrisia morale. 

Wilder parla di prostituzione in una commedia dove si ride perchè si è stufi di piangere, visto che il mondo mostrataci in questo film alla fine non è molto differente da quello attuale; i papponi (o vogliamo usare il termine "protettore" più neutro?) sfruttano le prostitute, tra le quali c'è la nostra cara Irma (Shirley MacLaine); la polizia si divide naturalmente in due categorie, gli agenti sul campo chiudono un occhio facendosi corrompere dai protettori, mentre i capi hanno accordi esclusivi con le ragazze (oltre sicuramente a beccare mazzette extra). La legge c'è ma nessuno la applica, perchè come il gestore del bar Moustache (Lou Jacobi) afferma, l'illegalità fa prosperare l'economia e poichè alla fine tutto questo conviene a tutti, questa situazione deve restare così com'è. Questo status quo verrà messo in netta discussione da una calamità che nessuno si aspettava, un poliziotto onesto di nome Nestore (Jack Lemmon), il quale è deciso a far rispettare la legge fermamente. 

 

Shirley MacLaine

Irma la dolce (1963): Shirley MacLaine

 

Moustache se non fosse per i baffoni, sarebbe in tutto e per tutto un l'alterego filmico di Billy Wilder; sagace, schietto, sincero, mai ipocrita, diretto e pieno di spunti di riflessione, i suoi discorsi sbattono in faccia la realtà devastante di questo mondo e l'ipocrisia su cui esso di regge; tutti possiamo odiare liberamente il prossimo, eppure se vogliamo un pò di conforto ed amore, dobbiamo nasconderci dalla vista altrui perchè è illegale venendo così considerati alla stregua dei criminali. 

Wilder compie l'equazione amore = sesso, qualcuno sarà inorridito da questo eppure questo è uno dei risultati possibili ed il film indaga tuttto il sistema economico che vi gira attorno. Le prostitute battono vicino ad una strada con alberghi ad ore, fanno spassare i loro clienti e dopo la prestazione vanno al bar di Moustache situato di fronte, dove danno parte dei guadagni ai loro protettori, i quali li useranno in parte per corrompere i poliziotti i quali con questi soldi andranno dai cittadini onesti per acquistare dei beni e quindi mettono in giro il denaro aiutando l'economia. 

La grandezza di Wilder sta sempre nel non voler mai giudicare nessuno a livello morale, per questo motivo sembrerebbe nettamente a favore della liberalizzazione di un'attività come la prostituzione rendendola legale, facendo così svanire ogni velo di ipocrisia piccolo borghese. 

 

Shirley MacLaine, Jack Lemmon

Irma la dolce (1963): Shirley MacLaine, Jack Lemmon

 

Il personaggio di Jack Lemmon viene costantemente etichettato dal barista come un piccolo borghese, poichè è contrario a questo sistema illegale, senza rendersi conto che in questo modo vuole far valere una stupida ed antiquata morale puritana rispetto a ciò che muove veramente il mondo ed inoltre nella sua onestà morale a fin di bene, dato il mondo è governato in questo modo, non potrà che uscirne sconfitto con il suo modo di fare, riuscendo invece ad ottenere molto di più diventando un criminale spodestando il vecchio protettore di Irma, per diventarne lui il nuovo. 

Forse il problema del film oltre alla sua lunghezza eccessiva (quasi 2 ore e 20) e ad un finale stranamente "conservatore", (seppur il barista con il suo passato misterioso tenda a dare un colpo al cerchio e l'altro alla botte sottolineandone quasi il carattere di farsa), sta nel fatto che improvvisamente a 2/3 del film, il tono del film cambi repentinamente; da una commedia Wilderiana passiamo un film con comicità slapstick (Jack Lemmon che piega le sbarre è una cagata immane); da una fusione dell'Appartamento con A Qualcuno Piace Caldo, siamo passati ad un tono di comicità stile Pantera Rosa (con un tocco alla Tati addirittura nella sequenza della resurrezione dall'acqua di Lord X) e questo è abbastanza scorretto date le premesse di verosimiglianza poste inizialmente. 

 

Jack Lemmon

Irma la dolce (1963): Jack Lemmon

 

Per uno stile completamente buttato sulla caciaronata assurda, a quel punto al posto di Shirley MacLaine sarebbe servita Marylin Monroe nella parte di Irma, ma la morte dell'attrice mandò all'aria il proposito di Wilder.

Non che Shirley MacLaine non risulti eccellente nel ruolo anzi (valorizzata da un technicolor magnifico nell'esaltare il verde delle sue calze); la prostituta è il suo personaggio tipico e quindi nei panni di Irma la Dolce passa dall'esuberanza ad uno scavo umano psicologico nel suo personaggio con disinvoltura da veterana (che tristezza quando piange dicendo di essere umiliata dal fatto che Nestore la volesse mantenere con un suo lavoro), mentre Jack Lemmon si conferma uno degli attori americani più sottovalutati di sempre, quando invece al giorno d'oggi dovrebbero dividere tale attore in tre parti dato il suo estremo talento. 

Un film controverso, lo stesso Wilder non l'ha mai apprezzato più di tanto nonsotante sia un ottimo film (quindi fanculo al suo pensiero) e certa critica lo vede come un film che non funziona molto bene (Bogdanovich ad esempio non lo ama), quando invece seppur con qualche difettuccio perdonabile, il film è un'attenta analisi sulla prostituzione, racket che gira intorno ad essa e una certa sagacia pragmatica sulla necessità di tutto questo. 

Il pubblico fu molto più contento del film che costato 5 milioni, ne realizò oltre 25 di milioni, ottenendo qualche nomination all'oscar tra cui miglior sceneggiatura e sopratutto miglior attrice protagonista per Shirley Maclaine, che purtroppo perse anche questa volta. 

 

Jack Lemmon

Irma la dolce (1963): Jack Lemmon

 

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