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Irma la dolce

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Irma la dolce

di mm40
8 stelle

Irma è una prostituta parigina, Nestore un poliziotto nuovo nel quartiere, che ignora la tolleranza (e corruzione) dei suoi precedenti colleghi. Durante una retata lui si innamora di lei: vanno a convivere e lui, per non farla smettere di 'lavorare', si traveste da tale Mister X, semplicemente mettendosi una benda sull'occhio, e le si propone come unico cliente. La cosa va avanti finchè Nestore, stanco del gioco, inscena l'uccisione di Mister X: finisce però in galera, da cui esce con la complicità di un saggio amico barista e con un colpo di genio finale...

 

La cosa straordinaria della già di per sè straordinaria produzione di Wilder è che a così tanti anni di distanza dalla loro uscita questi film sono ancora freschi, sobri, divertenti e soprattutto: ironicamente irriverenti. Perchè se c'è una particolarità propria di Wilder e delle sceneggiature delle sue commedie – anche questa firmata in coppia con il sodale I. A. L. Diamond, da un musical francese firmato Alexandre Breffort – è che si tratta sempre di storie scabrose, pruriginose, sostanzialmente su tematiche difficili, ma che pure riescono dotate di un'ironia leggera che fa persino dimenticare la drammaticità delle situazioni narrate. Qui la messa in scena prevede argomenti come la prostituzione, il suo sfruttamento, l'omicidio e infine il matrimonio con una donna incinta di un altro uomo: eppure si ride dall'inizio alla fine della storia, con ottimi protagonisti, una regia attenta ai dettagli, musiche azzeccatissime (Andrè Previn, a cui andò l'Oscar) e una serie di trovate a effetto assolutamente memorabili, dal tormentone del barista-filosofo ('Ma questa è un'altra storia', con cui si chiude la pellicola stessa) alla scena, in puro slapstick del cinema muto che fu, in cui Lemmon/Nestore per non farsi trovare dai poliziotti che perquisiscono l'abitazione indossa anch'egli la divisa e si mischia a coloro che lo stanno cercando. Se c'è una nota parzialmente negativa, ma proprio a voler essere pignoli, è nella durata lievemente eccessiva: centoquaranta minuti, cioè due ore e venti, di film cominciano a essere eccessivi e il ritmo, pure alto, non è però sempre ai consueti livelli (frenetici) adottati da Wilder (in concreto: sforbiciando la prima metà del film e facendo comparire prima in scena Mister X, il lavoro avrebbe indubbiamente guadagnato fluidità). Peccato veniale, a ogni modo, in un'opera davvero grandiosa con una coppia di protagonisti rodata (Jack Lemmon e Shirley MacLaine: L’appartamento, sempre di Wilder, 1960) e tutti gli attori di contorno perfettamente in parte (Lou Jacobi, Herschel Bernardi, BruceYarnell; e c’è anche Tura Satana in un ruolo minore). 8/10.

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