Regia di Roger Avary vedi scheda film
Dal cosceneggiatore di Pulp fiction mi sarei aspettato decisamente di più.
Descritto come un "cult movie" il film si è alla fine rivelato per quello che è,ovvero un onesto heist-movie a basso costo.
Prima parte noiosa fino all'inverosimile,seconda che invece risolleva le sorti di una pellicola che viaggiava nei binari della mediocrità.
L'umorismo sardonico funziona a corrente alternata e anche le frequenti esplosioni di violenza sono alquanto gratuite e lasciano un pò indifferenti.
Molto buona invece la regia di Avary,istintiva e sperimentale;sembra infatti di essere catapultati nel trip allucinogeno che vive il protagonista,merito anche di lenti deformanti,riprese sbilenche e tanta telecamera a spalla.
Anonimo il cast,tranne uno Stoltz in buona forma.
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A parte dialoghi, sangue e personaggi assurdi mi colpì la poca dolcezza e umanità dei buoni della situazione: Uno scassinatore serafico che sembra il fratello di Big Lebowski e la giovane prostituta Zoe. La trama sembra una barzelletta: Dopo un droga-party una banda di pazzi decide di rapinare la banca di Parigi con la stessa leggerezza di un gruppo di ladri di polli, ma faranno la fine del topo, lasciandosi quasi tutti uccidere in una sorta di suicidio collettivo dopo aver inutilmente ucciso degli ostaggi. Rispetto alle iene di Tarantino questi sembrano quasi "umani", pur essendo più grotteschi (Il capo della banda sembra una brutta copia di Lapo Elkann col mitra, un vero e proprio balordo da combattimento). Il regista è un suo allievo ma penso che abbia preso spunto anche dai pulp-noir di Besson. Ovvio che il linguaggio è quello che è ma questo non è un melodramma d'amore.
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