Regia di Woody Allen vedi scheda film
Durante la Grande Depressione l'unica consolazione di Cecilia (Farrow) - cameriera precaria in una tavola calda con marito perdigiorno, disoccupato e manesco a carico (Aiello) - è il cinema. La sua vita sembra finalmente cambiare quando uno degli interpreti (Daniels) della pellicola alla quale sta assistendo per la quinta volta, La rosa purpurea del Cairo, non abbandona lo schermo per andare via con lei in giro per la città vestito da esploratore con tanto di casco coloniale. L'episodio getta lo scompiglio tra il resto della troupe, il produttore del film e l'attore che interpreta quel personaggio e che si vede costretto a precipitarsi sul posto per gestire la difficile situazione. Quando anche lui sembra invaghirsi di Cecilia, a quest'ultima non rimane che una scelta tra l'amore con il personaggio immaginario e quello per l'attore concreto…
Uno dei capolavori indiscussi di Woody Allen, un omaggio con sfumature oniriche in perfetto stile d'epoca al cinema dei padri, una fucina di invenzioni che restituisce appieno il valore del cinema come appannaggio anche delle classi meno abbienti come il romanzo lo era stato per l'upper class nell'Ottocento. Interpretato magnificamente da una Mia Farrow che dona al suo personaggio una gamma intensissima di sfumature emotive, La rosa purpurea del Cairo è un film destinato a imperitura memoria, inossidabile all'azione del tempo. Insieme a Un'altra donna, si tratta certamemente del migliore dei 13 film che la coppia Farrow-Allen ha girato tra il 1982 al 1992 in oltre dieci anni di matrimonio artistico e nella vita reale.
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