Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Mankiewicz è magistrale nel mantenere desta la nostra attenzione prima convincendoci che il fantasma è reale e poi invece facendoci credere il contrario. Sarà stato solo un sogno scaturito dal quadro appeso in camera che ritrae il volto del capitano? Fantasticherie romantiche? Frutto dell’ immaginazione? Vedetelo!
Un amore solo sognato? Se per noi una cosa è reale, diventa reale!
Il fantasma e la signora Muir (The Ghost and Mrs. Muir) è un ‘fantastico’ film romantico del 1947, appassionante, divertente e commovente, condito con sarcasmo ma anche con invidiabile ottimismo. Diretto da Joseph L. Mankiewicz (1909-1993) uomo geniale e complesso, astuto e tagliente, prima produttore di successo poi regista e sceneggiatore premiato con quattro oscar: regia e sceneggiatura per ‘Lettera a tre mogli’ nel 1949; regia e sceneggiatura per ‘Eva contro Eva’ nel 1950. Ma lo ricordiamo anche per ‘Operazione Cicero’, ‘Giulio Cesare’, ‘La contessa scalza’, ‘Cleopatra’ e tanti altri bei film.
Tratto dall’omonimo romanzo di R.A. Dick, il film è ambientato in Inghilterra all’ inizio del Novecento. Lucy Muir (Gene Tierney) una giovane vedova bella e semplice, lascia la casa della suocera e con la figlia (Natalie Wood) e la fedele governante parte per una nuova vita. D’altronde sembra che non abbia mai amato veramente il marito e in cuor suo spera ancora di trovare l’amore.
Affitta una suggestiva villetta in riva al mare che nessuno vuole e presto capiamo il perché: è abitata dallo spettro del precedente proprietario, l'ex capitano di marina Daniel Gregg (Rex Harrison), morto ancora giovane a causa di un incidente proprio in quella casa. Lucy non si lascia intimorire dal burbero fantasma dal cuore tenero che ama chiamarla ‘Lucia’ anzi, dopo le classiche manifestazioni iniziali per farla scappare da quella casa, entrambi affascinati dai rispettivi forti caratteri, iniziano una strano rapporto affettuoso chiaramente platonico. Insieme scrivono l’avventurosa biografia, molto romanzata, del capitano che si rivela un successo e dona a Lucy l’indipendenza economica e le permette di conoscere un bell’uomo ‘in carne ed ossa’ , lo scrittore-affabulatore Miles Fairley (George Sanders) del quale s'invaghisce. Il capitano cerca di metterla in guardia ma lei credendolo geloso non lo ascolta e scoprirà solo più tardi che Fairley è un dongiovanni sposato e con figli. Il fantasma capendo di non bastare a Lucy decide di farsi da parte. Prima di svanire le dichiara il suo amore mentre sta dormendo e così ‘Lucia’ crederà di aver sognato.
Mankiewicz è magistrale nel mantenere desta la nostra attenzione prima convincendoci che il fantasma è reale e poi invece facendoci credere il contrario. Sarà stato solo un sogno scaturito dal quadro appeso in camera che ritrae il volto del capitano? Fantasticherie romantiche? E il libro è tutto frutto dell’ immaginazione di Lucy? Ma anche la figlia dirà che quando era piccola vedeva un fantasma in casa.
ATTENZIONE RACCONTO IL BELLISSIMO FINALE !
Dal palo di legno conficcato nella sabbia con inciso il nome della figlia ‘Anna’ oramai illeggibile portato via dalla marea, capiamo che gli anni sono passati e Lucy ha trascorso il resto della vita da sola. Un giorno, oramai anziana, muore seduta in poltrona e - magia del cinema - riappare il capitano che le prende la mano dicendole “vieni Lucia” e lei, giovane e bella, si alza ed insieme escono dalla casa, destinazione ... la felicità.
Gli attori sono straordinari! Gene Tierney malinconica e misteriosa indimenticabile interprete di ‘Vertigine’ (Laura) e il magnetico Rex Harrison, l’attore preferito da Mankiewicz, che ben ricordiamo in ‘My Fair Lady’, ‘Masquerade’, ‘Il tormento e l'estasi’. Ottimamente doppiati in italiano da Rina Morelli e Augusto Marcacci. Applauso alla musica del celeberrimo Bernard Herrmann ed alla fotografia in B/N.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta