Regia di Gilles Coulier vedi scheda film
TFF 35 - FESTA MOBILE/TorinoFilmLab
Nelle gelide acque increspate del Mare del Nord, in una notte di tempesta, l'anziano capostipite di una famiglia di pescatori viene sbalzato in mare e recuperato in extremis in coma pressoché irreversibile.
A casa lo piangono il figlio maggiore, dinamico e con le redini dell'attività in mano, suo figlio di 8 anni, e gli altri due figli del vecchio, uno coscienzioso ma con una segreta storia sentimentale che lo cruccia e gli devasta la coscienza, mentre il terzo con problemi di tossicodipendenza e appena scarcerato, che vive tra sogni esaltati e momenti di sconforto, una vita di inconcludenza.
Il figlio maggiore scopre troppo tardi che il padre aveva già tentato di farsi inutilmente finanziare le inevitabili riparazioni a cui sottoporre il peschereccio, e comprende che la disgrazia sccorsa forse non è poi così tanto una disgrazia.
Deciso a salvare il salvabile, l'uomo ritiene saggio mettere da parte la pesca e si fa assumere come camionista a tempo pieno, non senza creare dissapori in famiglia, senza doversi crudelmente separare dal figlio piccolo che sta crescendo sia come padre che madre, e non senza evitare accesi scontri con lo scapestrato fratello minore ed i suoi sogni puerili di riscatto.
Cargo celebra la solennità del confronto estremo tra l'uomo e quel mare che è sia una risorsa di vita, sia una bara ove far confluire il destino irrisolto di uomini che non ce l'hanno fatta.
Gilles Coulier riesce a sondare negli animi dei tre protagonisti con una intensità che mette i brividi, e descrive tre umanità che hanno in mente il medesimo traguardo, ma percorsi totalmente diversi ed inconciliabili attraverso i quali raggiungere la medesima metà.
Il risultato del film riesce a creare l'emozione e la drammaticità del vivere con la concretezza delle problematiche addosso, consapevoli ognuno che il dolore per una perdita e il sapore amaro della sconfitta possono essere leniti solo da l'amore genuino, sia esso di tipo filiale che sentimentale, quando quest'ultimo sa essere accettato nei suoi dettagli più improponibili e apparentemente inaccettabili di una omosessualità celata come una vergogna.
Un filme con tre attori in stato di grazia che sembrano per davvero tre fratelli, e che regala emozioni genuine e sentimenti a pelle che non si scordano tanto facilmente.
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