Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Un tentativo di raccontare l'intima e privata vita del più influente politico/industriale italiano. Il contesto talvolta patetico, per quanto puramente personale, nei quali "Loro" spesso si ritrovano, non rende di certo giustizia alla verità, attrice grande assente nel narrato di un film tendenzioso e politicamente tirato a sinistra.
Loro 1 (2018): Toni Servillo
Pur di rientrare nelle simpatie del potente politico Silvio Berlusconi (Toni Servillo), Sergio Morra (Riccardo Scamarcio) agisce strategicamente in Sardegna, occupandosi di rintracciare belle, piacenti e piuttosto arriviste adolescenti da invitare a consuete feste e festini, organizzate sullo sfondo della fantastica tenuta di Belusconi. Mentre la moglie Veronica (Elena Sofia Ricci), si allontana emotivamente dal sempre più vuoto rapporto emotivo con l'uomo politico, evidentemente "malato" (di sesso?) e facilmente circuibile da persone interessate al loro personale tornaconto.
Loro 1 (2018): Riccardo Scamarcio, Euridice Axén
Una didascalia iniziale avverte che il film è basato su personaggi reali ma è anche frutto di libera fantasia, mescolata ad eventi accaduti (o presunti tali). Scopo degli autori sarebbe quello di dare corpo ad un opera artistica libera e indipendente. Però diciamolo: basta! Nemmeno fosse il diavolo in persona questo Berlusconi, attaccato da destra e sinistra anche quando ormai (nelle ultime urne elettorali il popolo italiano lo ha stabilito) il suo potere -assieme alla sua influenza politica-, si è ridotto ai minimi termini. Giusto, doveroso anche se poi, e chi ha giudizio lo ha capito, "Loro" sono tanti e non solo di centro destra.
Loro 1 (2018): Elena Sofia Ricci
Non da meno loro sono anche quelli che lo hanno contrastato (ricordate Marrazzo?) per fare poi di peggio con un colpo di Stato durato sette anni. Al di là delle considerazioni politiche, sul piano puramente artistico va riconosciuto a Sorrentino di essere un ottimo metteur en scène, in grado cioè di applicare alla regia uno stile quasi teatrale ma anche unico e di qualità, valorizzando ogni attimo di ripresa, e facendo efficace uso del sempre affascinante split screen. E poi c'è lui, il grande, incredibile, eccezionale Toni Servillo, qui sorta di doppio berlusconiano in grado di sorprendere lo spettatore e poi catturare la sua attenzione, piacevolmente persa tra posture, movenze, dialoghi che evocano con certosina precisione fatti realmente accaduti: alla faccia della presunta libertà di narrazione...
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