Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Maschere di un corteo carnascialesco formicolano in ordine sparso sullo schermo, il montaggio è febbrile, disarticolato al limite dell’oscurità, come la vita di questi uomini e donne dediti al piccolo cabotaggio intorno a uomini di potere, mosche e insetti vari sulla groppa di rinoceronti coriacei.
“ Gli autori hanno liberamente tratto spunto da alcune vicende di cronaca per dar vita ad una creazione narrativa che fa interagire personaggi immaginari e persone reali in contesti di pura fantasia. Così generando un’opera artistica originale.”
Paragrafo finale di una lunga epigrafe in apertura che sembra si affanni un po’ per tutelarsi al meglio da contraccolpi giudiziari, censure e quant’altro, la foga difensiva è tale da far dimenticare una piccola regola sintattica che aborrisce il punto prima del gerundio.
Ma smettiamola di fare i pedanti e godiamoci il film.
Godiamoci … parola grossa, questa “opera artistica originale” richiede impegno, il godimento è altra cosa, Loro 1 è il primo tomo, la prima cantica, l’Iliade a cui seguirà l’Odissea, l’epos che sirinnova tremila anni dopo.
Dunque non stiamo a blaterare di godimento, Loro 1 è una cosa seria.
Immaginiamo un marziano che, sbarcato a Roma, ignaro della storia d’Italia a partire dal 1994, voglia farsene un’idea andando al cinema.
Un’ora e mezza dopo uscirà in lacrime, di gioia, s’intende, sa che l’attende la sua navicella sul prato vicino e si affretterà a chiudere il portellone e andare in orbita, chissà che su un altro pianeta vada meglio!
Le “vicende di cronaca” liberamente adattate alla nuova “creazione narrativa” sono tristemente (o felicemente, dipende dai punti di vista) note anche ai neonati, le ville e i palazzi della triangolazione Milano-Roma.Sardegna sono tappe di un tour dell’orrore dove solo Ceausescu avrebbe potuto far meglio, ma tirare in ballo Trimalcione è eccessivo e Petronio potrebbe anche offendersi, la grande assente qui è la fantasia, l’arte crea, qui si distrugge.
Maschere di un corteo carnascialesco formicolano in ordine sparso sullo schermo, il montaggio è febbrile, disarticolato al limite dell’oscurità, come la vita di questi uomini e donne dediti al piccolo cabotaggio intorno a uomini di potere, mosche e insetti vari sulla groppa di rinoceronti coriacei.
Non è Fellini, sia chiaro, Sorrentino ci prova ogni volta e ogni volta fallisce, dai tempi de La grande bellezza.
Prima faceva di meglio, e molto. Ma poi si sa, il successo, gli applausi… e così si è messo a raccontare proprio questo, come vendere lucciole per lanterne ad un popolo rincoglionito dalla televisione e imbonito dai media, male informato perché si vuole mantenerlo nell’ignoranza, come nella beata ex URSS o nel mai dimenticato Terzo Reich, pronto a stendere tappeti rossi a chiunque torni reduce dall’America con la statuetta dorata in mano.
L’America di Trump, di Bush e via elencando!
E la crede un’ “opera artistica originale.”
Lo lasci giudicare ai posteri, signor Sorrentino, non a noi, no, piccole vittime di vent’anni e anche molto più di sistematica distruzione dell’arte.
Ai posteri, o ai marziani.
E Loro 2 se lo guardi con i suoi accaniti fans, noi passiamo la mano, stavolta.
www.paoladigiuseppe.it
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