Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Inizio dicendo che l'uscita di "Loro" in due parti mi sembra un po' una forzatura visto che la prima parte dura solo 100 minuti. L'uscita in due parti può essere giustificata in casi come "Novecento" o "La meglio gioventù" dalla durata impegnativa di 5-6 ore, ma non per un film che nel complesso durerà probabilmente poco più di 3 ore.
Venendo al film, diciamo che su una materia particolarmente scivolosa Sorrentino non delude, a tratti si lascia ammirare per il suo stile come in tutti i film precedenti, ma per il momento sorprende di meno rispetto alle sue migliori riuscite come "Il divo" o "Le conseguenze dell'amore". L'idea di dedicare un'ora di proiezione agli intrighi di Morra/Tarantini per procurare le ragazze da impiegare nei festini di "Lui" sulla carta può essere vincente, ma nei fatti appare tirata un po' per le lunghe. Sorrentino gira sempre con un estro visivo che molti suoi colleghi possono invidiargli, riesce a piazzare le sue consuete invenzioni surreali con bestiario assortito senza sfigurare e senza dare l'impressione di svolazzi formali gratuiti, che da sempre gli rivolgono i suoi detrattori, ma la materia narrativa non è comunque nulla per cui gridare al genio e può dare l'idea di arrivare un po' in ritardo, quando anche il cinema ha già sviscerato in abbondanza la corruzione del potere e la sua cupidigia verso il corpo femminile. Servillo appare nell'ultima mezz'ora e per il momento sospendo il giudizio, come si dovrebbe fare sul film stesso aspettando la seconda parte, ma rispetto all'Andreotti de "Il divo" questo Berlusconi appare più risaputo nel prevedibile grottesco, una semi-caricatura che potrebbe acquisire una fisionomia e un rilievo differenti nella parte conclusiva; buono il contributo dei caratteristi fra cui uno Scamarcio decisamente a suo agio nella parte del laido Tarantini, un'ottima e molto bella Euridice Axen nella parte della moglie di Tarantini, un Bentivoglio di superiore istrionismo nel ruolo del politico puttaniere quasi quanto "Lui", un'Elena Sofia Ricci che rende bene l'amarezza di Veronica. Insomma un film che si lascia guardare senza annoiare ma anche senza stupire, un'opera che potrebbe essere di transizione nel percorso autoriale di Sorrentino, una galleria di personaggi che tende alla consueta saturazione audiovisiva per restituire un'immagine della decadenza dell'Italia contemporanea, anche se meno vivida rispetto a quella de "La grande bellezza". Adesso aspettiamo la seconda parte.
Voto 7/10
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