Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Film complesso e politico con un cast stellare. Regia e sceneggiatura di gran classe 7/8 COMPLESSO
Classico della fase 'uscita lista nera' di Dmytryk con il producer Kramer. Un cinema morale e complesso dove il filo narrativo e rappresentativo si adatta perfettamente al gusto delle grandi platee, tuttavia offrendo spunti notevoli e sorprendenti. A prima vista infatti il film è di denuncia sulla folle 'meccanica' dei comandi militari e sull'abuso di potere, però attraverso il discorso dell'avvocato difensore, avviene una mutazione: è il regista che ci parla, è il messaggio d'autore. Bogart/Queeg sbaglia, ma è stato più facile lasciarlo colare a picco che cercare di recuperarlo e specialmente nel carattere di MacCurray/Keefer (il reale personaggio negativo) si evidenzia il vero dramma: non 'errare' ma non 'saper fare gruppo'. Capite, la situazione è rovesciata! Perché le dinamiche cameratesche condizionano ed estremizzano i comportamenti sociali. Nel disegnare i protagonisti di questo dramma captiamo il plus de L'ammutinamento del Caine, infatti attraverso il valore eccelso del cast, il bersaglio psicologico del plot è pienamente centrato. Un film che difende chi sceglie e attacca i codardi impauriti dalle responsabilità, negli USA anni 50, è un indizio per decifrare un decennio complicato e decisivo nella storia americana e non solo. Peccato per qualche eccesso caricaturale nella performance di Bogey (il tic delle sfere...), poca roba comunque che non intacca una recitazione coinvolgente, però se devo scegliere la prestazione preferisco quella di Van Johnson, sofferta, umana, tesissima.
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