Regia di Marco Leto vedi scheda film
Funzionario ministeriale continuamente scambiato per commissario nell'indolente, meschina provincia da cui proviene e viene rimandato per capire se una vecchia conoscenza è caduto da un balcone per disgrazia, intenzione o se è stato spinto, Mario Aldara è un uomo sconfitto sentimentalmente, che va a prostitute regolarmente, perchè l'unica donna che ha amato gli è stata portata via proprio dal morto su cui indagherà: se emotivamente l'uomo ha un'immaturità di fondo terribile, ed è affetto da una balbuzie invincibile, è altrettanto fondata la correttezza, e l'onestà con cui affronterà beghe e cose malsane che incontrerà. Dal romanzo "Ritratto di provincia in rosso", di Paolo Levi, che co-scrisse anche la sceneggiatura, insieme a Ruggero Maccari, Maurizio Costanzo ed al regista, un giallo con toni da commedia, come all'epoca usava dalle nostre parti, vedi i successi de "La donna della domenica" e "La mazzetta": contestato aspramente da certi ambienti cattolici, che vedevano con indignazione la tesi, certamente non simpatizzante con il mondo clericale, il film non è riuscitissimo. Il regista de "La villeggiatura" prova a fare il verso a Dino Risi, senza averne la caustica profondità, troppo spesso riducendo i personaggi a macchiette, dando loro solo un versante, e cavandosela spesso con la bravura di Ugo Tognazzi, che dona una sapida amarezza al protagonista, apportando una dimensione ironica che giova comunque. Meno brutto di quanto molti, soprattutto in rete, lo hanno catalogato, praticamente dimenticato nella filmografia dell'attore cremonese, anche se non ha inciso molto, nemmeno lì.
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