Regia di Mario Martone vedi scheda film
L'uomo non viene al mondo per migliorarsi, ma per diventare se stesso.
Capri, 1914. Un'isola selvaggia, più monti che mare, più contadini che turisti. Lucia è un'adolescente che porta a pascolare le capre e fa le cose di casa in una famiglia patriarcale in cui la madre sta sempre zitta e i due fratelli maggiori hanno diritto di parola dopo la morte del padre. Lucia nel suo girovagare con le capre scorge un giorno uomini e donne che praticano il nudismo distese sulle rocce a prendere il sole: sono gli adepti di una setta che si è stabilita sull'isola e che presto influenzerà in maniera determinante la vita di Lucia...
Mario Martone pare abbia preso spunto per il film dalla vicenda storica della comune realizzata a Capri dal pittore tedesco Diefenbach all'inizio del secolo; l'ha però spostata di qualche anno per embricarla alle vicende che hanno portato alla Grande Guerra del '14-'18.
La storia che il Regista racconta è però la storia che precede tutte le storie di lotta, delle quali contiene gli embrioni: la lotta fra tradizione e rinnovamento, la lotta delle classi subalterne al padrone, la lotta fra globalismo e localismo, la lotta fra chimica e natura, quella fra scienza ee esoterismo, fino a quella fra veganesimo e onnivorismo.
E in questo contesto Lucia, la guardiana delle capre, analfabeta e mortificata dalle gerarchie familiari, assorbirà tutte le varie contrapposizioni facendole sue e procurando un'evoluzione del personaggio che lo trasporterà oltre il suo tempo, in una sorta di classico moderno e forse anche più che moderno. Una rivoluzione della persona che diventa la rivoluzione di genere, o almeno l'aspirazione a quella, come si vede dall'ultima toccante scena in cui l'antica madre dimostrerà di comprendere e appoggiare questa figlia che sembrerebbe non essere sua, ma di cui condivide più cose di quanto abbia mai potuto dimostrare.
Un ottimo Martone e una stupenda fotografia che ci regala un piccolo capolavoro nostrano lontano dai clamori della folla.
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