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Capri Revolution

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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Bogey1976

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La recensione su Capri Revolution

di Bogey1976
4 stelle

Capri Revolution è un film che parte con buone premesse. L’atavica dicotomia tra materia e spirito, perpetuata ed accesa nel corso della storia e degli eventi, ma che diviene un film manieristico, troppo superficiale e poco curato nei dettagli, che potrebbe tranquillamente essere diviso in 4 puntate e trasmesso a mo’ di fiction.

Capri Revolution è un film che parte con buone premesse. L’atavica dicotomia tra materia e spirito, perpetuata ed accesa nel corso della storia e degli eventi, che passa da visioni naturalistiche e ascetiche per un uomo in intima simbiosi con la natura, sino al materialismo e agli ideali di progresso per la collettività nella storia. Questo incontro-scontro concentrato e messo in scena in un’isola che per sua natura ha sempre spinto ogni visitatore a guardare oltre, oltre il mare, oltre le rocce e anche, oltre se stessi. Ma la realizzazione del film non sortisce l’effetto forse sperato. E così la sceneggiatura incede per superficialità e stereotipi, con un inizio focalizzato sull’aspetto bucolico e agreste della vita contadina, raffrontato alle danze paniche dei visionari giunti da ogni parte d’europa ad assaporare il calore delle rocce ed i tramonti capresi. Ma la fotografia un po’ sterile non spiega, mostra. E gli attori (tutti belli ed acconciati come modelli di D&G) non recitano, appaiono. La teoria è lasciata dopo oltre 45min. di film all’incontro-scontro tra il maestro guru e il dottore socialista espressione della società, in un dialogo superficiale e didascalico. Tecnicamente girato con arte da Martone, soprattutto nel cogliere alcuni aspetti dell’isola che affascina da secoli uomini semplici ed imperatori, Capri Revolution paga lo scotto di una scelta di attori troppo belli e curati per essere veri (possibile che nel 1914 nessuno avesse un filo di pancetta o cellulite ?), alcuni palesemente sotto tono in recitazione (si vedano i famigliari di Lucia - la protagonista - o i freddi membri della comune), inseriti in una scenografia poco curata nei dettagli (costumi troppo perfetti per essere veri, arredi finti, tavole imbandite come in modernissimo ristorante vegano, scene artificiosamente mal ricostruite). In sostanza, un film che nasce con buoni presupposti e su accadimenti reali (i circoli di naturisti e artisti che da sempre si succedono a Capri – si pensi anche ad Axel Munthe), ma che diviene un film manieristico, troppo superficiale e poco curato nei dettagli, che potrebbe tranquillamente essere diviso in 4 puntate e trasmesso a mo’ di fiction per scaldare le prime serate invernali del piccolo schermo.

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