Regia di Shinji Sômai vedi scheda film
Shinji Sômai è stato sicuramente uno dei migliori registi giapponesi della sua generazione. Spaziando su generi diversissimi, ha secondo me dato il suo meglio nei ritratti dell'infanzia come in questo caso, dove riesce a sposare magicamente realismo e sogno (rendendo quindi appieno lo sguardo dei bambini sul mondo).
Un estate quattro ragazzini vengono incuriositi da un anziano che vive recluso nella sua casa, circondata da un terreno incolto. Pian piano tra i ragazzi e l'uomo si forma un legame e decidono così di unire gli sforzi per risistemare il giardino.
Un riuscitissimo Stand by me asiatico, un meraviglioso coming-of age adolescenziale. Un'opera ricchissima di cuore (forse un po' strabordante nel finale, ma è un peccato veniale), di trovate (soprattutto visive, in vari passaggi c'è una ricerca dell'immagine che mi ha richiamato la nouvelle vague francese) e di vita.
Da recuperare
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