Regia di Luna Gualano vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - ALICE NELLA CITTA'
In occasione di una manifestazione anti immigrazione, organizzata da alcuni facinorosi ed esagitati esponenti di destra nei pressi di una fatiscente struttura edile romana destinata ad ospitare i migranti, l'esplosione dei primi scontri si aggrava a causa di un inspiegabile fenomeno che trasforma in belve assetate di sangue, i già esagitati partecipanti alla protesta. Uno tra questi, cerca di salvarsi in extremis e, soccorso proprio dai migranti contro cui poco prima si scagliava, che lo fanno entrare nel centro, si troverà a vivere un incubo imprigionato tra quelle fatiscenti mura sbrecciate.
Costtetto, malgrado la propria innaturata differenza, e a tentare di maturare una opinione differente su quegli ospiti scomodi e tanto detestati.
Gli zombi sono materiale perfetto per considerazioni socio-politico e civiche: ce lo ha insegnato da decenni, e ribadito con successo nell'ultimo suo periodo di attività, il padre dei non-morti, geniale George A. Romero, puntando il suo acuto sguardo sulla sfaccettatura discriminante a cui viene inesorabilmente destinata una tribù minacciosa, ma anche vittima del suo oscuro destino, come sono per tradizione gli zombie.
Luna Gualano, brava regista del notevole Psychomentary, prova ad attualizzare il discorso civico-morale accostandosi ad uno dei più scottanti problemi etico sociali di oggi, complicando scientemente la situazione, e costringendo ad inserire il discorso del qualunquismo accusatorio contro il clandestino pericoloso e stupratore, in un contesto di urgenza nel quale il cittadino modello si trova a pensare solo alla propria incolumità, mentre il mondo degli ospiti indesiderati cerca di fare aquadra per debellare o almeno far fronte alla minaccia.
L'idea è buona, se non ottima, e pure l'impeto narrativo che muove una cineasta appassionata, costretta a misurarsi con un budget irrisorio con una destrezza ed un risultato tecnico che le fanno solo onore.
Certo è pur vero che la materia pregna di contenuti finisce per prendere sin troppo il sopravvento sul carattere e la dinamica che muove i singoli personaggi, troppo funzionali e servili alla storia per risultare autonomi ed indipendenti, penalizzati ognuno di una insufficiente personalità ed autonomia in grado di farli emergere e renderli esaurienti nel contesto della vicenda.
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