Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Commedia garbata con la deliziosa Audrey Hepburn che fa il filo all'affascinante Gary Cooper. Gli anni si sentono ma per i nostalgici è comunque un bel vedere.
Un attempato miliardario, debosciato e priapico passa il tempo libero volteggiando da un letto all'altro, senza toccar quasi terra. Durante uno di questi voli viziosi finisce nell'occhio di un marito geloso che fa pedinare la moglie da un investigatore, scoprendo l'ovvio tradimento e decidendo di farsi giustizia da sé, togliendo di mezzo il ricco stallone. La figlia dell'investigatore, innamoratasi a vista del fascinoso miliardario, decide di salvargli la vita e così finisce per conoscerlo e, mi pare ovvio, innamorarsene. Il buon Frank Flannagan (interpretato dall'efficace Gary Cooper) ha dei vezzi tutti suoi con cui concupisce le giovani amanti, il più curioso dei quali consiste nel portarsi sempre dietro un quartetto di zigani che suonano fino alla noia una nenia che si chiama Fascino (e che, ho scoperto, essere stata scritta - e colpevolemente ignorata - da un italiano nel 1904). La pellicola procede come una banalissima commedia sentimentale con parecchi momenti di fiacca, sottolineati appunto da musiche abbastanza tediose, per poi regalare un finale molto effervescente e spiazzante. Oltre due ore di visione che ammetto di aver sofferto, non è un genere che piace a tutti e chiaramente c'è l'ingenuità degli approcci sessuali nel cinema di quegli anni, irreggimentato dal soffocante codice Hays. Per uno spettatore moderno, si tratta di un tuffo nel passato, un film garbato e gradevole ma che ha perso molto della sua verve iniziale. Ad ogni modo, doveroso un giudizio positivo: interpreti impeccabili e sceneggiatura da Oscar.
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