Regia di Pippo Mezzapesa vedi scheda film
Provvidenza, un paesino pugliese, è stato sventrato da un terremoto. Tutti gli abitanti si sono trasferiti altrove, tranne uno: Elia, che nel tragico evento ha perso la moglie ed è deciso a fare di tutto pur di conservare la memoria di Provvidenza.
Pippo Mezzapesa è indiscutibilmente un cineasta atipico nell’Italia del ventunesimo secolo: per quanto fortemente legato alle tradizioni della sua terra – anche qui sceglie di raccontare un notevole spaccato di, chiamiamola così, pugliesità –, il Nostro non si è mai aggrappato a stereotipi e altre facili (e fragili) ‘furbizie’ in grado di stringere l’occhio allo spettatore e accattivarselo, virando invece verso un cinema autoriale di un certo spessore estetico e contenutisticamente sopra le righe, o quantomeno mai banale. Anche Il bene mio, secondo lungometraggio a soggetto per Mezzapesa, segue tali criteri, mettendo in scena una storia drammatica con toni vibranti e non del tutto privi di ironia, per quanto dolceamara; il perfetto protagonista di una simile vicenda è il barese Sergio Rubini, assistito degnamente sul set da comprimari del calibro di Dino Abbrescia, Sonya Mellah, Francesco De Vito, Teresa Saponangelo, Michele Sinisi e Caterina Valente. Una nota positiva va poi spesa per la fotografia di Giorgio Giannoccaro che ci restituisce paesaggi vivi, animati in una storia di distruzione, rimozione, morte; quella delle persone e dei luoghi va naturalmente di pari passo con quella della memoria dell’intera collettività. Scritto dal regista con Antonella Gaeta e Massimo De Angelis. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta