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Maria Regina di Scozia

Regia di Josie Rourke vedi scheda film

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La recensione su Maria Regina di Scozia

di neve
5 stelle

Come spesso accade di recente, purtroppo il film ruota quasi totalmente attorno alla vita privata di Maria Stuarda, quindi è per lo più opera di fantasia, mentre gli aspetti storici sono pressoché assenti e i pochi che appaiono restano appena abbozzati e confusi. In pratica l’azione si svolge per più tempo nelle stanze private della regina che altrove e pure quando si entra nella sala del consiglio le discussioni risultano approssimative e vacue, restando quasi nell’ambito del pettegolezzo, così come le motivazioni degli oppositori. Ne risulta un film molto superficiale, che non riesce mai a creare un coinvolgimento emotivo, rendendo la visione pesante e a tratti soporifera, e che non dice praticamente niente sulla figura storica di Maria Stuarda. Il culmine di tutto è il confronto finale tra Maria ed Elisabetta che dovrebbe essere drammatico e invece risulta patetico fino a diventare imbarazzante quando Elisabetta confessa l’invidia per la bellezza e la maternità di Maria. È un po' sconfortante pensare che a dirigere una cosa del genere sia una donna, ma d’altra parte lo sceneggiatore è un uomo, oltretutto americano, e ciò probabilmente spiega questa visione piuttosto maschilista.

A salvare in parte il film sono solo la bravura di Saoirse Ronan e la rappresentazione visiva dell’epoca, principalmente per la bellezza dei costumi e dell’ambientazione con scenografie molto suggestive e addatte; questi sono gli unici aspetti a fornire un’opportunità di immedesimazione nella vicenda, anche se poi non vengono mai supportati né dagli avvenimenti descritti, né dalle parole dei personaggi. Da notare anche alcune scelte del cast decisamente ingiustificabili come il compositore di corte piemontese interpretato da un sud-americano e l’ambasciatore di Elisabetta da un uomo di colore, oltre ad alcuni attori non proprio azzeccati, come colui che interpreta il fratellastro Giacomo.

È un film che appaga sicuramente l’occhio, ma non l’intelletto.

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