Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Assolutamente da rivalutare questa "fantastoria sacra" (Kezich), di critica del tradimento degli intellettuali di fronte alla verità. Un film d'ispirazione tarkovskiana, lunghissimo (175 minuti), spiazzante all'inizio, ma sempre più coinvolgente man mano che il cammino procede. Un'opera di un cristianesimo di base, la cui religiosità plebea insita nel film - per cui questi popolani si consumano i piedi per giorni e giorni allo scopo di trovare l'inviato da Dio che porti la Giustizia e nel frattempo rubano e si azzuffano - la riconduce al Rossellini di FRANCESCO, GIULLARE DI DIO, piuttosto che a quello del MESSIA. La messinscena ispirata alla pittura bruegheliana impreziosisce un film che in questi venticinque anni è cresciuto molto nella considerazione, anche perché costituisce un tassello importante nella filmografia olmiana. La parlata toscana talvolta deborda, ma il regista non ha voluto tagliare niente neanche degli eccessi e degli intoppi verbali dei personaggi, tra i quali il mio pensiero va all'amico ed ottimo pittore Stefano Tonelli (il traduttore). Altro che CENTOCHIODI!
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