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Youth

Regia di Xiaogang Feng vedi scheda film

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La recensione su Youth

di alan smithee
7 stelle

locandina

Youth (2017): locandina

20 FEFF Udine 

La "giovinezza" vissuta, interpretata, tradotta in immagini attraverso un preciso e drammatico scorcio storico a fare da basamento. Un trascorso storico cruciale che va dai '70 di Mao, ostentato in drappeggi ad ogni occasione negli anni della Rivoluzione culturale, per arrivare (spesso disillusi o rassegnati, magari anche solo mesti) alle soglie del nuovo secolo e millennio.

Si parte da un corpo di ballo all'interno dell'esercito per sondare ed intrecciare storie intense di amicizie, aiuti reciproci cruciali e drammatiche e realistiche scene di battaglia durante i massacri di guerra, in occasione del sanguinoso conflitto della Cina col Vietnam.

scena

Youth (2017): scena

scena

Youth (2017): scena

Una giovane senza famiglia sceglie l'esercito come unica possibilità di riscatto sociale, ma anche salvifico e rassicurante possibilità di contatto umano; un coraggioso ragazzo si sacrifica completamente per la patria fino a rimanere menomato in guerra dopo alcune eroiche azioni, ma viene dimenticato e lasciato nell'oblio una volta tornati all'ordine sociale e alla pace.

Altri personaggi hanno estrazioni sociali più di rilievo, ma presto il loro atteggiamento spesso altezzoso e sprezzante si sostituirà con un nuovo e più maturo approccio coordinato ed agevolato dalle drammatiche vicissitudini belliche in cui i ragazzi vengono, loro malgrado, coinvolti.

locandina

Youth (2017): locandina

La gioventù è interpretata e rappresentata da Xiaogang come un fuoco di vita, un impeto che si appropria di giovani corpi forti come virgulti sani e anelanti di vita, belli e ginnici, atti a temperare e forgiare gli eroi di una nazione vista come baricentro della democrazia e focolaio fertile per accendere e far manifestare attitudini e valori individuali: quelli stessi che, uniti ed amalgamati, contribuiscono a creare una nazione grande, organizzata e liberale.

Non manca in certo afflato enfatico, ma il gran regista di I'm not Madame Bovary, Feng Xiaogang, soprannominato anche e non a caso "lo Spielberg d'Oriente", è un maestro indiscusso dell'affresco corale, e qui si prende pure il merito di illustrarci capitoli fondamentali di una immensa nazione che fino ad ora a mala pena riuscivamo a immaginarsi tra i paragrafi dei libri di storia.

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