Regia di Matthew Newton vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE
Beth è una quarantenne uscita da poco tempo di prigione per buona condotta dopo aver scontato parte di una seria condanna per omicidio colposo. All'epoca del provvedimento, aveva appena concepito un figlio, poi dato in custodia alla sorella e al marito di lei. Uscita in libertà, la donna si mette in cerca di un lavoro stabile, e tenta, come appare naturale e sacrosanto, di ottenere almeno la custodia parziale del figlio, ormai di sei anni, che la crede una zia a causa di una verità ostentatamente celata al bimbo dalla sorella, circa l'identita della vera madre naturale.
In seguito a ripetuti tentativi di intromissione nella vita del bambino da parte della nostra donna, la sorella decide ostinatamente di toglierle ogni contatto col bambino: resasi conto di essere messa alle corde nei confronti dell'unico motivo per cui le resta da vivere, Beth perde le staffe durante un'udienza, peggiorando la sua già critica situazione.
In suo soccorso accorrerà una giovane avvocatessa, traumatizzata e piena di sensi di colpa in seguito al suicidio di una sua assistita di un caso immediatamente precedente.
Le due donne, diverse ma solidali in una lotta impari piena di insidie legali che cozzano clamorosamente contro ogni saggio proposito e circostanza di tipo razional/umanitario, si impegneranno con tutti i mezzi e le strategie per una lotta dura ed impari, come duro e quasi impossibile risulterà parimenti il tentativo della donna di reintegrarsi in società e riprendere una vita regolare tra lavoro ed affetti sinceri e lineari.
Per la regia di un non molto noto Matthew Newton, "Who we are now" si presenta con la struttura scontata, prevedibile e vista mille volte del "legal drama" che si divide tra due personaggi femminili opposti per carattere e situazione sociale.
Producendo più che altro una accozzaglia di situazioni affrontate meglio in molte altre circostanze, che non permettono qui alle due seppur valide protagoniste (ma Julianne Nicholson la preferiamo di gran lunga alla perfettina e stereotipata Emma Roberts, tutta tailleur e lavoro indefesso che si divincola da una famiglia di madre e sorella ricche e stordite dal benessere smodato) di imporsi su una sceneggiatura che procede con la sua ordinaria scontatezza.
Altri personaggi di contorno, come quello del capo della giovane legale, interpretato dal bravo Jimmy Smith, funzionano decisamente meglio di altri, come invece succede l'ex marine interpretato da un singolarmente ruvido Zachary Quinto, volenteroso ma impossibilitato da una sceneggiatura troppo generalista e piatta a dare un cuore al suo tormentato personaggio di ex eroe disperso e dimenticato nell'ordinarietà crudele e selettiva del tempo di pace.
In un ruolo laido del bieco barista illusore e sfruttatore, rivediamo dopo ormai anni l'ex nerd Jason Biggs delle maliziose torte di mele.
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