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Lo stato della mente

Regia di Jon Avnet vedi scheda film

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La recensione su Lo stato della mente

di Furetto60
7 stelle

Ispirato alla vera storia di Alan Stone, raccontata nel romanzo "I tre Cristi" Interessante e ben interpretato

Il regista e produttore Jon Avnet, ha pensato di trasporre, sullo schermo il romanzo dello psichiatra Milton Rokeach "I tre Cristi”. Storia dell'esperimento più rivoluzionario dell’epoca, basato su fatti realmente accaduti. La vicenda si svolse nel nosocomio di Ypsilanti, in Michigan, nel 1959. Il dottor Alan Stone alias Richard Gere, stimato e prestigioso docente di legge e psichiatria presso l'Università di Harvard, e presidente della commissione presso l’American Psychiatric Association, impostò un nuovo trattamento per la cura dei pazienti schizofrenici. Fermò la barbara pratica del confinamento e dello shock elettrico, per deviare nettamente su un’impostazione umana, empatica e all’insegna del dialogo. Decise di sottoporre ad una terapia del tutto nuova tre pazienti, che credevano tutti di essere Gesù Cristo. Invece di fare uso dell'elettroshock, di psicofarmaci e camice di forza, Stone scelse la terapia del confronto quotidiano, dando vita a una delle ricerche più innovative, compiute nel campo della psichiatria, riunendo nello stesso posto e nello stesso momento, Clyde Benson, un contadino settantenne con gravi problemi di alcolismo; Joseph Cassel, uno scrittore fallito internato per deliri e violenza domestica e infine Leon Gabor, un seminarista mancato e veterano della Seconda guerra mondiale. Il loro straordinario incontro e i due anni trascorsi insieme condividendo i pasti, i turni in cucina, in lavanderia e le riunioni quotidiane, costituiscono la materia per un'affascinante investigazione sulla natura delle patologie psichiche. Un eccentrico e affascinante viaggio all'interno della contraddizione più paradossale concepibile per un essere umano: trovarsi di fronte a qualcuno che reclama la tua stessa identità. La pazzia, l’alienazione e ciò che rende psicologicamente diversi, è un terreno di studi fertilissimo, che soprattutto negli ultimi anni ha avuto un grosso slancio. Si pensi ai manicomi che la legge di Basaglia soppresse: erano dei veri e propri lager e i malati di mente venivano puntualmente ghettizzati e maltrattati, i familiari si dimenticavano di loro o forse volutamente li ignoravano e cosi per anni i disturbi psichiatrici sono stati “trattati” con docce fredde, elettro-choc e massicce dosi di psicofarmaci, che servivano a stordire gli sventurati e renderli inoffensivi, ma al contempo annullavano la loro identità e li riducevano a larve vegetali, non certo a curarli. L’esperimento del Dottor Stone fu importante perché rappresentò una sorta di spartiacque tra i tradizionali metodi, come l’elettrochoc che non era una terapia ma solo un violento e criminale metodo “medievale” per tenere sedati i pazienti e le sedute di ascolto e dialogo, che finalmente ridavano dignità al malato, mettendolo al centro di un trattamento autenticamente terapeutico, che servisse a scandagliare la sua psiche per individuare le patologie e aiutare ad affrontarle. Ovviamente Stone non aveva la bacchetta magica e non sempre i suoi interventi erano efficaci, tuttavia scontrandosi contro le ottuse e cristallizzate metodiche, adottate da una classe medica che non si metteva minimamente in discussione, intraprese un percorso nuovo e sicuramente prezioso per le terapie dei pazienti afflitti da turbe mentali. Bravo  Gere, ma soprattutto gli attori che si sono calati egregiamente, nel difficilissimo ruolo di pazienti gravemente schizofrenici.

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