Regia di Yves Robert vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
In un paesino rurale al centro della Francia, il mite e buontempone Alexandre vive completamente sottomesso alla energica moglie, che dalla mattina alla sera programma ogni minuto dell’uomo, gravandolo di incombenze una dietro l’altra, inerenti il disbrigo dei lavori della fattoria, pesanti e infiniti. Un controllo quasi poliziesco quello della moglie, una obbedienza remissiva e cieca, quella dell’uomo nei confronti della consorte marescialla, che tende pure tranelli astuti per evitare che il marito perda tempo socializzando inutilmente ed interagendo con gli altri scansafatiche da bar suoi amici.
Ma quando la moglie improvvisamente muore, Alexandre si organizza costruendosi una vita di completa inedia, approfittando della personalità generosa e brillante dell’amato cagnetto che finisce per accudirlo come una vera affettuosa ed amorevole consorte.
Le critiche dei paesani non tarderanno a manifestarsi, contrarie rispetto al periodo di vessazione, ma ugualmente pungenti. Verrà avvicinato da una bellissima giovane donna che tenterà di sistemarsi sposandolo, ma Alexandre, incerto e dubbioso se abbandonare la vita rilassata faticosamente conquistata o dedicarsi ad una nuova vita matrimoniale con la bella fanciulla, sceglierà sul più bello di dedicarsi al suo sport preferito: l’ozio.
Scritto e diretto da Yves Robert, regista attivo da metà ’50 a metà anni ’90, e piuttosto avvezzo nei riguardi della commedia folkloristica, “Alexandre, un uomo felice” azzecca ritmo e gag grazie soprattutto al perfetto “physique du role” che il suo protagonista, Philippe Noiret, è in grado di conferire naturalmente al suo bonario ed indolente protagonista, sfruttato certo, ma ampiamente in grado di riscattarsi grazie all’insperato dono di una sorte che ha voluto riservargli una prematura ma assai poco dolorosa vedovanza.
Impagabili e divertenti i numeri, quasi circensi, del cagnetto co-protagonista, Kaly, umanizzato come Lassie o Rin Tin Tin ma più simpatico di entrambi.
Un cinema un po’ datato, ma ancora gradevole e divertente, specchio di tempi ormai lontani, che è interessante rivedere e confrontare con la frenesia della virtualità dei nostri giorni.
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