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Infidus

Regia di Giulio De Santi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Infidus

di undying
9 stelle

Produzione Necrostorm del prolifico Giulio De Santi che qui contamina il pulp con lo splatter più sfrenato. Con uno stile unico, alternando bianco e nero a colori, De Santi dimostra un talento non comune sia dietro la macchina da presa che in sceneggiatura. Imperdibile.

 

locandina

Infidus (2015): locandina

 

Massimo (Massimo Caratelli), stravolto dal dolore dopo aver saputo che la moglie è stata uccisa per realizzare un film snuff, dopo anni di indagini è sulle tracce del responsabile, noto come "Il cacciatore", ovvero colui che regge le fila del sanguinario commercio di video ultraviolenti facendo ricorso a manovalanza della malavita capitolina. Parallelamente, il delinquente Barabba (Mino Bonini) esce -dopo sette anni di carcere- da Rebibbia per raggiungere il fratello (Maurizio Zaffino), con l'aspirazione di ricominciare una vita migliore, e mantenere così una promessa fatta al padre. Quando però scopre che anche il fratello (Spaccio) è coinvolto nel circolo criminale che produce e vende snuff, decide di perseguire una delirante e violenta missione: uccidere tutti i  componenti dell'infame traffico. E proprio in questo personale obiettivo, la strada di Barabba finisce per incrociare quella di Massimo.

 

scena

Infidus (2015): scena

 

 "Ogni nastro magnetico rappresenta la fine di una vita. Su quelle pellicole c'è tutta la sofferenza di quelle persone, la desolazione e la solitudine nel loro dolore, un istante prima di morire. E sapere che i loro parenti potrebbero impazzire vedendo in che modo indignitoso sono morti i loro cari -tra il piscio, il dolore, le sofferenze- ebbene questo regala un'emozione unica che null'altro al mondo può darmi." (il cacciatore)

 

scena

Infidus (2015): scena

 

Con la sua casa di produzione Necrostorm, Giulio De Santi esegue un ulteriore passo in avanti, portando lo splatter più estremo in tutt'altra direzione: dopo l'horror di Hotel Inferno e la fantascienza in Taeter City, imbratta di sangue anche il gangster/noir. Lo fa con una maggior preparazione tecnica -dopo l'ottimo rodaggio nei precedenti lavori- e affiancato in sceneggiatura da Tiziana Machella. Lo stile non si discosta dai precedenti lavori, essendo qui presenti le tipiche caratteristiche che coinvolgono ogni produzione Necrostorm: un ritmo frenetico con costante sottofondo musicale (ottimo e fondamentale il lunghissimo score del solidale Rawwaz); dialoghi ridotti all'essenziale che spariscono di fronte alla potente e indiavolata regia; una violenza esasperata e realistica, messa in scena con dovizia di particolari e momenti davvero impressionanti (la scena con schiacciamento in macchina dall'autodemolitore, la decapitazione con il collo della vittima che ancora "respira" per qualche secondo, i colpi di pistola in viso e quelli di fucile agli arti, solo per citarne una minima parte).

 

scena

Infidus (2015): scena

 

Stavolta però De Santi sceglie un contesto verosimile, calando la storia nella periferia romana, tra personaggi pericolosi e disposti a tutto per sopravvivere. Suddiviso in sei atti (Fantasmi dal passato, Odio, Il cacciatore, L'unica cosa che so fare, La promessa, Perdonami) scanditi con vivace tempistica dove le scene si sviluppano magnificate da una splendida fotografia, con prevalente uso del bianco e nero, saltuariamente interrotto dal colore o da sequenze virate in rosso. Infidus è assimilabile -letteralmente- ad un lungo giro sulle montagne russe, facendo frequentemente fremere i polsi per la dose di grandguignol, e per come lo propone. Doppiato in italiano, per una uscita direttamente destinata all'home video, fa impallidire tutti i titoli finora celebrati per il contenuto violento, tanto che opere estreme tipo La casa di Jack, al confronto sembrano favolette della buona notte. Infidus, sicuramente un prodotto audiovisivo non per tutti, è comunque un gran bel film, dal respiro internazionale e distante anni luce dalle contemporanee (altre) produzioni italiane low budget, distribuite magari anche nelle sale cinematografiche. Un film costruito con enorme attenzione e con l'aiuto di importanti collaborazioni (oltre alla essenziale colonna sonora, fondamentale è l'apporto della Sigma4 agli effetti speciali). L'impressione è quella di trovarsi di fronte a una grande promessa del cinema italiano, sorta di Tarantino nazionale ma con una marcia in piu verso l'eccesso. Perché, è proprio il caso di dirlo, De Santi è un folle genio che non conosce limiti. E questo è un sincero complimento. 

 

scena

Infidus (2015): scena

 

4996 sta a 42-66: aritmetiche proporzioni con in comune Mino Bonini

Alla riuscita di Infidus contribuiscono anche le genuine interpretazioni, in particolar modo quella di Mino Bonini, qui carcerato n. 4996 che deve avere colpito fortemente anche la fantasia di Dario Almerighi, cineasta che solo un paio di anni più tardi lo (ri)propone in un identico ruolo -nei panni però di 42-66- in un film che presenta più o meno lo stesso soggetto di Infidus.

 

scena

Infidus (2015): scena

 

"Più potente della paura per l'inumana vita della prigione, è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.” (Nelson Mandela)

 

scena

Infidus (2015): scena

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