Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
Sicilia, primi anni 80'.
Mentre Palermo scende sempre più negli inferi, diventando una delle città più pericolose al mondo, a Catania, seconda città per popolazione e grandezza dopo, appunto, il capoluogo Palermo, si vive tranquillamente, apparentemente liberi dal cancro che in quegli anni perseguitava la Sicilia: la Mafia.
Tornato dopo un successo internazionale come sceneggiatore di un film (Palermo oder Wolfsburg, vincitore dell'orso di Berlino)a Catania, Pippo Fava, noto giornalista italiano, si vede assegnare il ruolo da direttore di un nuovo giornale (giornale del sud), che da subito prende una netta posizione contro quel fenomeno che la città etnea aveva preferito evitare di nominare, ma che in realtà era in larga misura presente. Carattere forte, convinto, Pippo Fava continua nella sua missione nonostante le minacce, nonostante sia più volte richiamato dal suo editore a smettere di inserire la parola mafia nel contesto catanese, dove, a parere di molti, non esisterebbe. Viene dunque licenziato dal ruolo di direttore, ma ciò gli dà ancora più forza e più voglia di aprire un altro giornale (I Siciliani) a proprie spese, sempre con i ragazzi (scelti da lui) della redazione precedente, che ormai lo seguono con fiducia e rispetto. Comincia un altro periodo, pieno di articoli, inchieste, scontri con alti esponenti della mafia locale, nel quale Fava si accorge di come la mafia sia immersa totalmente nello stato. Celebre un suo discorso durante un'intervista televisiva con Enzo Biagi:
Fava, nei tuoi racconti sulla mafia a che cosa ti sei ispirato?
Biagi mi ispiro alle mie esperienze giornalistiche. Si sta facendo un’enorme confusione sul problema della mafia. Ti faccio un esempio: i fratelli Greco, accusati dell’omicidio del giudice Chinnici sono degli scassapagghiari, delinquenti da tre soldi. I mafiosi sono in ben altri luoghi e in ben altre assemblee. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Se non si chiarisce questo equivoco di fondo…, cioè non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale. Questa è roba da piccola criminalità che credo faccia parte ormai, abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il problema della mafia è molto più tragico e più importante, è un problema di vertice della gestione della nazione ed è un problema che rischia di portare alla rovina, al decadimento culturale definitivo l’Italia.
Pippo Fava, ucciso in un agguato davanti al teatro stabile di Catania, si aggiunge a una lunga serie di giornalisti uccisi dalla mafia in quegli anni bui per la nostra regione. In un periodo come il nostro, nel quale il giornalismo sembra essere finito in una spirale di sfiducia, con la gente che, oltre a leggere sempre meno articoli e a essere, di conseguenza, meno informata sulla realtà, ritiene il giornalista una persona sottomessa al potere, di asservirlo senza se e senza ma, riscoprire figure come quella di Pippo Fava (senza dimenticare Peppino Impastato, Mario Francese e tanti altri grandi giornalisti che hanno scritto sul marciume del nostro paese) è fondamentale anche per riscoprire la figura del giornalista, al giorno d'oggi troppo spesso bistrattata.
Sul film:
Ottimo prodotto della Rai, Prima che la notte(dal nome di un romanzo di Claudio Fava, figlio di Pippo, e Michele Gambiani, uno dei giovani giornalisti collaborato di Fava) è l'ultimo di una lunga serie di film dedicati alle numerose vittime mafiose di quel periodo.
In una soleggiata Catania, Daniele Vicari, ricostruisce gli ultimi giorni della vita del giornalista, mettendo in risalto sia la figura del padre, del marito, dell'uomo e del giornalista indipendente e senza paura quale era Fava, quest'ultimo, interpretato da un ottimo Fabrizio Gifuni, calato perfettamente nella parte.
Insomma, un film che si può piacevolmente guardare, soprattutto, e credo sia la ragione principale, per ricordare la grande figura di Pippo Fava, uomo di cultura e passione che ha perso la vita combattendo fino alla fine la mafia.
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