Regia di Karel Reisz vedi scheda film
Fim pacato ma teso, grande regia, grandi attori, il tutto con una notevole accuratezza formale. Un formato vincente di cui possiamo avere solo nostalgia.
Questo è un felice esempio di cinema dove vi sembra essere la quadratura del cerchio: regista più che valido (Reizs), attori bravi e famosi, sceneggiatura e dialoghi di ferro, possibili riflessioni e gradimento del grande pubblico.
Ciò precisato, va anche detto – a merito – che Reizs dirige senza fretta, prendendosi i suoi tempi, infondendo al film un andamento tranquillo. Nonostante l'apparente calma, tuttavia, la pellicola è innervata di tensione e di inquietudine, elementi che i personaggi si sforzano di nascondere sotto l'impassibilità e l'ipocrisia vittoriana.
Il risultato è un'opera piacevole da guardare, solidissima, che ci coinvolge sin dall'inizio e una trama originale. I dialoghi sono radi ma ben calibrati.
La definizione dei personaggi è anche degna di nota. Il personaggio Meryl Streep viene descritto molto bene dal dottore, il quale ha uno sguardo più limpido e lucido di quello del povero Charles (Irons), il quale è accecato dalla passione. Quegli afferma, infatti, che ella è una donna innamorata del ruolo di vittima. Ha ben capito, inoltre, che facendo la vittima sofferente riesce a conquistare l'amore (e soprattutto l'aiuto) di Charles. E lui, come un allocco, la prende molto sul serio. A tutti vengono dati dei segni prima di essere ingannati, e anche a Charles: ma persino la bugia grossa di essere stata violentata dal tenente non riesce a scuoterlo.
La Streep sembra qui trovare un ruolo che le riesce molto bene (la donna misteriosa, sfuggente, e bisognosa d'aiuto), e che non a caso avrebbe rivestito, mutatis mutandis, anche nel bel “Una lama nel buio” (1982) di Robert Benton.
L'intersezione tra il cinema (il film girato dalla troupe) e la realtà è anche una buona idea, gestita con intelligenza. Le due storie procedono parallele e vanno verso lo stesso epilogo, nonostante alla fine possa sembrare che esse si divarichino. Ciò si può concludere, infatti, solo con uno sguardo superficiale: basta vedere come lei fa finta di farsi male cadendo, per capire che la fine inevitabile è stata solo rinviata di qualche tempo.
La fotografia predilige le tonalità gialle e marroni, e presenta una specie di effetto pastello. L'ottimo DVD della MGM, comunque, la serve a dovere.
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