Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Ennio Flaiano ha scritto anche il soggetto per un western: unica incursione nel genere per lo scrittore, Vivi o preferibilmente morti è d'altronde molto più frutto dei due sceneggiatori (il regista e Giorgio Salvioni) che dell'autore pescarese, che si disinteressò completamente della realizzazione del film dopo aver venduto appunto il soggetto. Ecco quindi che la storia di due cugini 'amici per caso' diventa una facile - ma mai tirata via - scimmiottatura dei primi lavori della coppia formata da Bud Spencer & Terence Hill (Dio perdona... io no!, primo titolo girato dal duo, è del 1967): scazzottate (e relativi rumori amplificati a dismisura), umorismo leggero, nessuna situazione scabrosa o sanguinolenta, un binomio di protagonisti formato da un furbo e fascinoso (là Hill / qui Gemma) e da un manesco dal cuore d'oro (che qui non avrà la stazza di Spencer, ma è pur sempre il pugile Nino Benvenuti). Purtroppo Benvenuti non è un attore e si vede: anche se doppiato da Oreste Lionello, la sua prestazione è cinematograficamente insufficiente; riproverà qualche anno più tardi a recitare in Mark il poliziotto spara per primo (Stelvio Massi, 1975), con analoghi, deludenti risultati. Molto meglio chiaramente Gemma, che ormai è uno degli interpreti favoriti di Tessari, particolarmente per il filone western; nel cast ci sono anche Sydne Rome e Cris Huerta. Vivi o preferibilmente morti in sostanza non ha granchè da dire, ma quel molto poco lo dice in maniera convincente: è d'altronde uno dei primi lavori che si prende la responsabilità di 'sdoganare' lo spaghetti western presso le famiglie e i target di pubblico solitamente meno affini al genere. Apprezzabili le musiche di Gianni Ferrio. 4/10.
Due cugini si conoscono per caso, grazie a un'eredità, ormai adulti; per incassare dovranno trascorrere sei mesi a stretto contatto. Saranno sei mesi di scorribande, rapine e rapimenti falliti, pasticci di ogni tipo. Fino alla buffa conclusione.
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