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Lazzaro felice

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Regia di Alice Rohrwacher

Con Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Tommaso Ragno, Luca Chikovani, Nicoletta Braschi, Sergi López, Natalino Balasso, Gala Othero Winter... Vedi cast completo

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Trama

Quella di Lazzaro, un contadino che non ha ancora vent'anni ed è talmente buono da sembrare stupido, e Tancredi, giovane come lui, ma viziato dalla sua immaginazione, è la storia di un'amicizia. Un'amicizia che nasce vera, nel bel mezzo di trame segrete e bugie. Un'amicizia che, luminosa e giovane, è la prima, per Lazzaro. E attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un Grande Inganno, portando Lazzaro nella città, enorme e vuota, alla ricerca di Tancredi.

 

Approfondimento

LAZZARO FELICE: TRA FIABA E STORIA

Diretto e sceneggiato da Alice Rohrwacher, Lazzaro felice racconta la storia di Lazzaro, un giovane contadino di eccezionale bontà che vive all'Inviolata, un borgo rimasto lontano dal mondo e su cui regna incontrastata la marchesa Alfonsina de Luna, la regina delle sigarette. La vita dei contadini del posto non è cambiata dopotutto, sono sfruttati e a loro volta approfittano della bontà di Lazzaro che, durante il corso di un'estate, diventa amico di Tancredi, il figlio della marchesa. Tancredi, un giorno, chiede a Lazzaro di aiutarlo a orchestrare il suo stesso rapimento. Tale strana e improbabile alleanza rappresenta una rivelazione per Lazzaro che, grazie a un'amicizia così preziosa, viaggerà nel tempo per ricercare Tancredi. Arrivando per la prima volta nella grande città, Lazzaro sarà come un frammento di un perduto passato nel mondo moderno.

Con la direzione della fotografia di Hélène Louvart, le scenografie di Emita Frigato, i costumi di Loredana Buscemi e le musiche di Piero Crucitti, Lazzaro felice viene così descritto dalla regista in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Cannes 2018: "Lazzaro felice è la storia di un'elevazione alla santità senza miracoli, poteri ed effetti speciali, ma semplicemente per il fatto di essere al mondo, di avere fede negli esseri umani e di non pensare male. Il film evoca la bontà come concetto e regola di vita: è un manifesto politico, una fiaba, un canzone, sull'Italia degli ultimi cinquant'anni.

In che epoca siamo? Riuniti in una cucina dal basso soffitto, i contadini si relazionano l'uno con l'altro, ridono, litigano, chiacchierano... Lo spettatore cerca di orientarsi per capire a chi rivolgere la sua attenzione e per individuare chi sarà il vero protagonista del film: una delle due giovani coppie, Mariagrazia e Giuseppe? Antonia, la giovane madre, Catirre che indossa il suo vecchio impermeabile militare o la gallina smarrita che vaga sotto il tavolo? O ancora quel giovane che è lontano, che non sembra morire di fame e che semplicemente felice di vedere gli altri felici? Si, è Lazzaro!

Nell'esplorare il mio paese e la mia epoca, ho spesso incontrato dei "Lazzaro": persone che definirei "coraggiose" ma che il più delle volte non si dedicano a fare del bene perché non sanno cosa significhi. La loro natura li porta spesso a stare nell'ombra e, quando possono, rimangono un passo indietro per fare spazio agli altri, per non disturbare. Sono persone che non possono emergere dalla massa o che piuttosto ignorano che è possibile farlo. Queste persone si prendono cura dei compiti spiacevoli e gravosi che l'umanità si lascia alle spalle, curano tutto ciò che gli altri calpestano inavvertitamente, senza che nessuno se ne accorga.

I libri e i film riservano un posto importante al racconto delle gesta di eroi che si ribellano e combattono contro le ingiustizie, che si trasformano e che si impongono, che vogliono cambiare in mondo. Lazzaro, al contrario, non può cambiare il mondo e la sua santità non può essere riconosciuta. I santi, come li immaginiamo, devono avere forza e carisma, devono prevalere. Tuttavia, non credo che la santità sia sinonimo di carisma. D'altro canto, se un santo apparisse oggi nelle nostre vite moderne, nessuno lo riconoscerebbe e lo si ucciderebbe senza troppi pensieri.

Attraverso le avventure di Lazzaro volevo raccontare nella maniera più leggera possibile, con amore e umorismo, la tragedia che ha devastato il mio paese, il passaggio da un Medioevo materiale a un Medioevo umano: la fine della civiltà contadina, la migrazione verso la periferia delle città di migliaia di persone che non sapevano nulla della modernità, la rinuncia a quel poco che avevano per trovare ancora meno e la descrizione di un mondo di fattorie polverose che si trasformano in fattorie innovative, brillanti e attraenti. Senza saperlo, Lazzaro viaggia nel tempo e interroga le immagini del presente come un enigma, con i suoi gentili e spalancati. Perché viaggiare nel tempo? Piegare le pagine della storia e guardare, l'uno di fianco all'altro, tempi così contraddittori eppure così simili: è un desiderio che ho sempre avuto... scuotere il libro e rimescolare le corte è qualcosa che il cinema consente. La mia storia si basa su un fatto reale che mi ha colpito, sulla storia di una marchesa che, approfittando dell'isolamento di alcune suo proprietà, aveva nascosto ai suoi contadini l'abolizione della mezzadria. Quando finalmente nel 1982 tutti gli accordi di mezzadria ancora in vigore sono stati convertiti in contratti di locazione o di lavoro salariato, la marchesa si è comportata come se nulla fosse: in breve, i suoi contadini hanno continuato a vivere per diversi anni in condizioni di semi schiavitù mentre nel resto del paese l'abolizione della mezzadria stava trasformando secoli di sfruttamento in veri e propri contratti tra gente con gli stessi diritti governati dalle leggi di stato, un importante progresso che ha cambiato secoli di soggiogamento in una scelta voluta e negoziabile. La storia dei contadini arrivati in ritardo all'incontro con Storia e rimasti esclusi dalla trasformazione ha sempre suscitato in me una tenerezza infinita.

In Lazzaro felice, ancor più che nei miei film precedenti, ho voluto rappresentare la fiaba con tutte le sue incongruenza, i suoi misteri, i suoi straordinari ritorni, i suoi personaggi buoni e quelli cattivi. La fiaba e il suo simbolismo sono da me considerati non come un'astrazione eterea o una promessa di avventure sovrumane e nebulose ma piuttosto come il legame tra la realtà e un altro aspetto dell'essere. È dalla vita che nascono i simboli, in maniera così profonda e dettagliata da farli diventare la vita di tutto, la vita di un paese, dell'Italia nella sua trasformazione. La storia è sempre la stessa: è la storia della rinascita, della fenice, dell'innocenza che ritorna a farci visita e a sconvolgerci contro ogni previsione. I personaggi, così come gli eventi e i luoghi, sono fatati ma anche reali nel senso più duro del termine. Da un lato, abbiamo una campagna isolata e separata dal resto del mondo da un vecchio ponte crollato. Il posto si chiama Inviolata ed è l'ultima roccaforte della regina delle sigarette, la marchesa Alfonsina De Luna che, ogni estate, va nella sua proprietà dopo una rocambolesca attraversata del fiume per rivivere gli antichi splendori. Dall'altro lato, invece, c'è la grande città, un altrove in cui il tempo è passato alla velocità della luce, dove la lotta non è tra un gruppo di persone che si rivoltano contro il padrone ma è tra poveri contro poveri. Una distesa di case dove quelli che possono, come bestie, si barricano. Un posto dove gli anziani contadini non hanno voglia di raccogliere la cicoria che continua a crescere preferendo mangiare patatine. Dopo aver lavorato tanto ed essere stati sfruttati, come dar loro torto? Tutto sommato, la "malattia della campagna", il rifiuto della terra è qualcosa di cui sono stati vittime e di cui altri sono responsabili".

Il cast

A dirigere Lazzaro felice è Alice Rohrwacher, regista e sceneggiatrice italiana. Nata a Fiesole il 29 dicembre 1980, la Rohrwacher si diploma a Orvieto prima di iniziare a frequentare diverse scuole internazionali (la scuola Holden a Torino, la Videoteca Munucipal di Lisbona e l'Università di Torino, dove si laurea… Vedi tutto

Trailer

Commenti (12) vedi tutti

  • Ci vuole coraggio a vederlo, forse siete ancora in tempo a dire NO. Un film brutto, misero, voluto (cioe' del tutto inautentico). Il contrario di quello che i non-critici scrivono. Una roba strampalata, esteticamente atroce, senza capo ne' coda. Ma fa molto fino dire il contrario.

    commento di Ercavalierenero
  • Lazzaro felice purezza, bellezza d’animo, ingenuità e semplicità in un film sublime, una favola che fa sognare di diventare buoni come il protagonista.

    leggi la recensione completa di claudio1959
  • Anni 90? Mah sembra il 1890! A parte ciò, il film nella seconda parte diventa incomprensibile.

    commento di gruvieraz
  • Molto piu' bella la prima parte,in calo la seconda quando il protagonista e' catapultato nell'era odierna.Questo e' un "Miracolo A Milano" fatto in era moderna.La regista nei suoi lavori non e' mai banale.Consigliato.

    commento di ezio
  • Ma chi le autorizza queste porcate? ...e mettono anche voti alti, Cristo!

    commento di arcarsenal79
  • “Lazzaro Felice”, alla fine, torn'a coincidere, spazio-temporalmente, con la nostra Zona del Disastro, col nostro Presente: e non possiamo farci altro che niente.

    leggi la recensione completa di mck
  • Dal Paese di Campagna alla Città messa così sembra quasi "Il Ragazzo di Campagna" ... comunque qua si ride poco e la Drammaticità di qualcosa che accade nella visione rende il tutto leggermente più deprimente di quello che il Film effettivamente è.voto.5.

    commento di chribio1
  • Parte molto bene sulle tracce di Ermanno Olmi, ma poi attraversando metafore, simbolismi e flash di denuncia sociale finisce su quelle di Bunuel. Troppo volubile e arzigogolata quest'opera per convincere appieno tanto che la confusione finisce per prevalere. Peccato, perchè la Rohnwacher ha molta sensibilità e talento.

    commento di bombo1
  • Un po' in debito con Pasolini , Fellini ed Olmi, questo pasticcio postneorealistico venato di surreale non mi ha convinto. La prima parte, ambientata in campagna con la crudeltà degli ultimi sugli ultimissimi è riuscita ma la seconda vira al visionario e purtroppo la Rohrwacher non è Kaurismaki (L'uomo senza passato).

    commento di almodovariana
  • Assolutamente interessante e riuscito.

    leggi la recensione completa di Carlo Ceruti
  • Un'occasione mancata, una sceneggiatura "bislacca"

    leggi la recensione completa di yume
  • Adottando un approccio fiabesco a realtà dure e concrete come lo sfruttamento, la povertà e l'alienazione urbana, Alice Rohrwacher racconta una favola antica e moderna con sguardo gentile e delicato, come quello del suo ingenuo e stralunato protagonista. Un approccio che funziona bene a tratti, a tratti lascia perplessi e spaesati.

    leggi la recensione completa di port cros
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Recensioni

La recensione più votata è positiva

mck di mck
8 stelle

  Martufello! Muoviti, cammina, corri! Italia etrusca, Tuscia romana, ovvero: tutte le strade portano a Viterbo.   1. Troppa Grazia di Gianni Zanasi (Est. '17 → Prim. '18) - Qualcosa che non c'è. 2. Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher (Est. '17 → Prim. '18) - La leggenda del santo lavoratore. 3. Il Primo Re di Matteo Rovere (Aut. '17 → Inv. '19) -… leggi tutto

16 recensioni positive

Recensioni

La recensione più votata delle sufficienti

port cros di port cros
6 stelle

71° FESTIVAL DEL CINEMA DI CANNES (2018)   Alice Rohrwacher torna ad immergersi nelle ambientazioni agresti e bucoliche che le sono evidentemente congeniali e che già avevano fatto da sfondo ai suoi precedenti film. Infatti la prima parte della vicenda si svolge in un Lazio rurale, un isolato villaggio contadino significativamente chiamato Inviolata, i cui abitanti… leggi tutto

4 recensioni sufficienti

Recensioni

La recensione più votata delle negative

yume di yume
4 stelle

Di solito si parla di occasione mancata quando un film non convince, con questo dicendo che sì, un qualche talento traspare, l’invenzione narrativa non è del tutto assene, molto in fondo qualche bagliore di geniaccio c’è, ma … ma … insomma non convince. Cerchiamo allora di capire cos’è che non va, perché a Cannes è… leggi tutto

1 recensioni negative

2024
2024
Trasmesso il 26 settembre 2024 su Rai Movie
Trasmesso il 13 febbraio 2024 su Rai Movie

I magnifici di fiorelisa

fiorelisa di fiorelisa

Alcuni film che mi sono particolarmente piaciuti considerando l'intero arco della mia vita finora, compresa quindi anche la mia infanzia.... Piano piano li vado aggiungendo, perché non mi possono venire in mente…

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2023
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Browning di Browning
8 stelle

È ben noto il panorama desolante del cinema italiano contemporaneo d'autore (si fa per dire). Si va dai film noiosissimi di Cristina Comencini agli inguardabili pistolotti veterocomunisti della sorella, dai film comici che non fanno ridere (tutti, ormai incluso, ahimé, Checco Zalone dopo il tracollo di Tolo Tolo)  agli spasmi cadaverici di Nanni Moretti che ha perduto per…

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Utile per 1 utenti
Trasmesso il 20 febbraio 2023 su Rai 5

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claudio1959 di claudio1959
7 stelle

Lazzaro felice Italia Svizzera Francia Germania Italia 2018 la trama: Nell’altopiano del parco naturale dell’inviolata, una regione di fantasia nel Lazio, vive una eterogenea famiglia allargata di umili contadini al soldo e sotto scacco della marchesa Alfonsina De Luna, industriale del tabacco, proprietaria del terreno e dei contadini asserviti a lei, che non vengono pagati, anzi…

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2023

StPaul di StPaul

Scrivi un testo introduttivo (potrai sempre editarlo in seguito)

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2022
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barabbovich di barabbovich
6 stelle

Prima e dopo la caduta. Ci sono due film nel terzo lungometraggio di Alice Rohrwacher, regista che si conferma del tutto non convenzionale, audace e liberissima. Il primo, ambientato nell'alto Lazio in un'epoca imprecisata, racconta la vita di una comunità di mezzadri sfruttati da una nobildonna il cui figlio capriccioso, Tancredi, simula un rapimento. Tanto la donna sfrutta questi…

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2021
2021

Cornuti. (Una omelia contadina.)

mck di mck

Riporto qui un virgolettato di Maurizio Gily, “consulente in viticoltura sostenibile e biologica, divulgatore scientifico, coordinatore di progetti di ricerca e sviluppo e docente presso l’Università…

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ed wood di ed wood
8 stelle

Dopo il passo falso delle “Meraviglie”, Rohrwacher finalmente centra il bersaglio con un’opera complessa e intrigante, che suggerisce svariate ipotesi interpretative senza prestare il fianco a facili letture. E’ fondamentalmente una favola, ambigua e sfuggente, innestata sul corpo di un racconto realistico. Setacciando luoghi come il De Sica di “Miracolo a…

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Trasmesso il 1 gennaio 2021 su Rai Movie
2020
2020

Gennaio+Febbraio+Marzo 2020

LorismaL di LorismaL

Ciao a tutti! Come al solito inserisco la playlist delle mie visioni. Questa volta i titoli sono veramente tanti e per tutti i gusti...   Oltre ai Film, elenco anche le Serie TV concluse: The New Pope;…

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galaverna di galaverna
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Un film decisamente particolare, che coniuga diverse suggestioni del passato cinematografico (dall'Olmi de "L'albero degli zoccoli" e ancor più "La leggenda del Santo Bevitore" fino al Citti de "Il minestrone") con una visione originale del rapporto tra magia e realtà. Un novello Lazzaro (bravissimo, per inciso, il givoane protagonista) sopravvive ad una morte accidentale e, dopo…

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2019
2019

Semplessità.

mck di mck

Una sedicenne borghese (diciassette anni dopo una dodicenne, Severn Cullis-Suzuki) e l’ufficio stampa di una Corte Costituzionale dialogano e sentenziano occupando un vuoto legislativo e chiamando in causa la…

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Trasmesso il 25 settembre 2019 su Rsi La2

Recensione

GoonieAle di GoonieAle
7 stelle

Lazzaro che si alza e cammina per le strade della nostra città. Un "ritorno" che gli costerà caro. C'è dentro un bel pò di roba in questo film della Rohrwacher: si stava meglio quando si stava peggio, sembra dire. Rimanere ingnoranti totali, sfruttati e mai pagati, in campagna, lontano da tutti, altrimenti la morte. Capisco la confusione, le critiche che ha…

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Nel mese di agosto questo film ha ricevuto 3 voti
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Nel mese di luglio questo film ha ricevuto 3 voti
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