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Welcome Home

Regia di George Ratliff vedi scheda film

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La recensione su Welcome Home

di Furetto60
5 stelle

Thriller poco originale. Interpretazioni sotto la media, sceneggiatura zoppicante, discreto il colpo di scena finale.

Dopo i titoli di testa, in cui vediamo effettuare la prenotazione, on-line: dal sito Welcome Home, per una casa per le vacanze, facciamo la conoscenza della coppia in crisi sentimentale, composta da Bryan e Cassie, interpretati rispettivamente da Aaron Paul e Emily Ratajkowski che, nel tentativo disperato di riaccendere la scintilla del loro rapporto, hanno preso in affitto una romantica villa nella campagna italiana. Cosi dagli Stati Uniti si  recano nel cuore dell'Umbria, nelle campagne intorno a Todi, Sono giovani, belli e forse innamorati. Ma è subito evidente che qualcosa non quadra: Cassie si spaventa facilmente e ha continui flashback di una relazione violenta, Ryan invece è martellato dall’immagine di Cassie che lo tradisce con un collega di lavoro, cosa peraltro accaduta, e che i due stanno cercando di metabolizzare, proprio attraverso questa vacanza. Appena arrivati dopo aver oltrepassato un’abitazione dall’aspetto sinistro lungo la via, Bryan e Cassie arrivano nella lussuosa casa e provano subito a godersi appieno le gioie offerte dal nostro paese, anche se la frustrazione sessuale di Bryan e la sua esitazione lo inibiscono puntualmente. Nei semi disabitati dintorni, tuttavia, abita anche Federico alias Riccardo Scamarcio, ormai presenza costante nella cinematografia nostrana, vicino di casa, esperto informatico, ma anche affascinante uomo misterioso che per quanto apparentemente sembri sforzarsi per aiutare la coppia, in sostanza diventa una presenza fastidiosa e invadente soprattutto per Bryan. Si stabilisce un torbido e ambiguo triangolo. Bryan si sente minacciato dal fascino di Federico e matura le sue paranoie non del tutto illegittime, mentre Cassie invece di aiutarlo si irrita sensibilmente. E cosi Federico ha gioco facile nel mettere zizzania tra i due fidanzati. Bryan e Cassie si ritrovano presto coinvolti in una torbida e pericolosa situazione. Il regista George Ratliff non è nuovo al genere thriller, e le tensioni familiari sembrano essere il suo settore di interesse. Nel caso di Welcome Home la tensione è di coppia e si intuisce cominciare molto prima della vicenda, il regista lascia intendere che gelosie, rancori e desideri di rivalsa siano l’epilogo di situazioni cominciate molto prima. Ma è lo sviluppo della storia, scritta da David Levinson, a lasciare perplessi, il film si dipana lungo linee narrative abbastanza prevedibili l'ambientazione italiana è stereotipata, la caratterizzazione di Scamarcio priva delle necessarie sfumature e i personaggi di Bryan, interpretato da Aaron Paul con comportamento nevrotico, e di Cassie superficialmente annoiata, risultano via via sempre meno credibili. Stendendo un doveroso velo pietoso sul doppiaggio italiano, ai minimi storici Welcome Home è pregno di comportamenti e situazioni trite e ritrite. Il colpo di scena finale, potrebbe teoricamente risollevare le sorti del film, se però non fosse, tanto inaspettato quanto buttato lì apposta, solo allo scopo di sbalordire, in modo del tutto inverosimile, facendo deragliare la trama in direzioni impensabili, lo script imbocca la strada di uno strambo"dark humor". Una soluzione senza dubbio audace, ma non convincente, che forse mette sotto un’altra luce, il film che abbiamo appena visto. E proprio sotto questa luce, una volta arrivati i titoli di coda non si può che rimanere storditi e forse piccati, per quello che "Welcome Home" avrebbe potuto essere, ma non è stato.Il film inserisce comunque, anche se forzatamente, nella vicenda alcuni, pochi e canonici, elementi di riflessione, come il ricorso frequente ai social media e ai messaggi di testo, oltre alla rivelazione di Cassie “Ci siamo conosciuti su Tinder”.Per chi non lo sapesse l’ultima frontiera in fatto di erotismo via chat. Insomma il thriller non buca lo schermo e ha tanto il sapore di "deja vu".

 

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