Regia di Sôichi Umezawa vedi scheda film
Protuberanze falliche striscianti prendono vita da una busta di creta maledetta, nascosta e sotterrata anni prima e ritrovata accidentalmente da un’insegnante di una scuola d’arte di provincia. Grottesche e deformi creature si amalgamano con i corpi delle giovani studentesse, glorificando i deliri creativi di uno scultore malato, che nella sua ultima opera, una sorta di macabro Pinocchio dalle sembianze di un golem demente, aveva riversato tutto il suo odio per chi non aveva saputo capire la grandezza dei suoi lavori. Ibridi di carne e creta che si alimentano e divorano, riproducendosi in una sfiancante agonia di tentativi orrorifici falliti, la paura non assale lo sguardo e l’ironia involontaria viene plasmata dagli effetti speciali e dal make-up, la visione si riassorbe in poltiglie innocue di immagini, l’adolescenza è solo un molle materiale narrativo su cui manipolare trame di scarna sostanza, tremori tellurici e elettronici, la deriva filmica di idee sciolte in ambizioni di materiali plastici scaduti da tempo.
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