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Vampire Clay

Regia di Sôichi Umezawa vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vampire Clay

di undying
1 stelle

Esordio inguardabile per l'effettista nipponico Sôichi Umezawa, che già si era presentato malino dirigendo un pessimo episodio di ABCs of death 2 e che continua su quella strada quando nel 2019 gira un secondo capitolo (Vampire Clay 2). Perché un seguito a questa roba, che nessuno si è filato?

 

locandina

Vampire Clay (2017): locandina

 

Mitazuka, artista poco apprezzato e in miseria, per sopravvivere di giorno lavora presso una fabbrica di smaltimento rifiuti chimici e tossici. Avvilito dai costanti insuccessi, truffato da un amico e ormai prossimo alla fine dopo avere contratto una malattia mortale a causa del lavoro, Mitazuka realizza con il suo stesso sangue Kakame, un pupazzo d'argilla. 

Dopo la sua scomparsa, la casa di Mitazuka viene convertita nella "Scuola Aina", dal nome della docente che insegna a giovani volenterosi l'arte della scultura facendo pratica con plastilina. Quando l'allieva Reiko si ferisce e alcune gocce di sangue cadono su una busta di argilla recuperata casualmente dall'insegnante, l'istituto si trasforma letteralmente in un inferno. Come una male contagioso, la malleabile materia penetra nei corpi degli studenti trasformandoli in pericolosi automi assassini, privi di anima.

 

scena

Vampire Clay (2017): scena

 

Uno dei film più sciocchi di sempre nel quale, malauguratamente, l'ignaro spettatore può imbattersi. Sorta di Pinocchio (da lì si trae spunto) in versione Teletubbies, girato in maniera cagnesca e con una fotografia cavaocchi (la definizione delle immagini soffre per poca esposizione alla luce). Una trama al cui confronto il peggior film della Troma sembra un capolavoro. Sono settantacinque minuti di miagolii e poveri spfx resi sul piano visivo in maniera fanciullesca: effetti anacronistici (e pessimi) a passo 1 (nell'incomprensibile finale) e tanta violenza involontariamente comica (anche se c'è poco da ridere a pensare come qualcuno possa spendere soldi, tempo ed energie per ottenere questo risultato). I pupazzi macrocefali sono di una inaudita schifezza e non aiuta a rendere più divertente il girato la presunzione di un regista che crede in quel che sta facendo, tanto da dargli un seguito (è del 2019 Vampire Clay 2).

Il nipponico Sôichi Umezawa, formatosi come tecnico degli effetti speciali, dopo il pessimo esordio in ABCs of death 2 (episodio "Y is for youth") nel 2017 scrive e dirigere questo suo primo lungometraggio, Vampire Clay, che gli esce di un brutto più unico che raro. Trama inesistente e un marasma di effetti (poco speciali) puerili, accostabili ai tipici giochi fatti dai bambini alle prese con lo stucco. I comportamenti umani - per non dire delle inebetite facce - dei personaggi sono paragonabili a quelli dei più scadenti burattini. Perché non vi è alcuna ragione, di fronte a tali manifestazioni, che imponga ai protagonisti di restare in quel posto. Dopo il primo cadavere già una buona parte di allievi ha assistito a cose talmente assurde che la reazione più scontata di un essere vivente (anche il meno razionale) non può essere che una: la fuga dalla scuola. Invece no: se ne stanno tutti lì a gridare pietosamente (perché emettono gridolini più che urla), mentre strane forme d'argilla e plastilina appaiono in ogni dove. Finale allucinante e frustrante, con Kakame (nomen omen) di dimensioni abnormi - come da classica megalomania dei giapponesi, sin dai lontani tempi di Gorgo - che sfodera i visi delle vittime assorbiti in un corpo serpentiforme. Della serie "se non lo vedi, non ci credi".

 

scena

Vampire Clay (2017): scena

 

"La scultura è come l’arte drammatica, la più difficile e insieme la più facile di tutte le arti. Copiate un modello, e l’opera è compiuta; ma imprimervi un’anima, creare un tipo, nel rappresentare un uomo e una donna, è il peccato di Prometeo. Nella scultura questi successi sono rari quanto nell’umanità lo sono i poeti. Michelangelo, Michel Columb, Jean Goujon, Fidia, Prassitele, Policleto, Puget, Canova, Albrect Durer sono i fratelli di Milton, di Virgilio, di Dante, di Shakespeare, di Tasso, di Omero e di Molière. L’opera di questi scultori è così grandiosa che basta una sola statua a rendere immortale uno di loro." (Honoré de Balzac)

 

Trailer 

 

F.P. 15/01/2021 - Versione visionata in lingua giapponese (durata: 81'02")

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