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The Crescent

Regia di Seth A. Smith vedi scheda film

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La recensione su The Crescent

di maghella
8 stelle

 

Beth (Danika Vandersteen) è rimasta vedova. Fuori dalla chiesa aspetta con il suo piccolo bambino Lowen, di circa 2 anni, che termini la funzione del funerale. L'anziana madre di Beth la consola e cerca di convincerla ad affidare il bambino alle cure di una coppia di fidati vicini di casa, ma Beth si ostina a volersene occupare da sola senza l'aiuto di nessuno, per questo motivo decide di raggiungere la casa della madre accanto all'oceano, una casa rimasta a lungo disabitata e quasi del tutto isolata. Beth e il suo bambino trovano all'inizio un loro equilibrio, fatto di giochi, passeggiate sulla spiaggia e decorazioni con la tecnica della marmorizzazione, ma i momenti più difficili sono quelli della notte. Madre e figlio dormono poco e male anche perché durante le ore più buie e silenziose inizia a suonare una terribile sirena dalla provenienza sconosciuta che immancabilmente li sveglia. Iniziano ad avvicinarsi alla casa pure un misterioso vecchio e una curiosa bambina che fanno domande strane e danno risposte bizzarre.

Ben presto si intuisce che la personalità di Beth è rimasta suggestionata da tali accadimenti e comincia a manifestare episodi di sonnambulismo che la isolano da tutto il resto. Lowen rimane solo nella casa e si avvicina alle presenze che lo circondano.

Film che non si limita ad essere un moderno ghost movie, ma si addentra a raccontare l'atmosfera di una "terra di mezzo" che rischia di imprigionare le anime perse o in attesa di raggiungere un luogo definitivo.

La parte del piccolo Lowen (Woodrow Graves) è quella più complicata da gestire anche per il pubblico. Il bambino è veramente tanto piccolo e la macchina da presa lo segue catturando le sue esplorazioni e i suoi giochi, quando dorme, quando piange o mangia, rendendo il tutto molto coinvolgente dato che il bimbo per la sua giovanissima età non è in grado di recitare ma solo di essere sé stesso. Questa parte (definiamola così) "documentaristica" da al film quel tocco di inquietudine disturbante che (per quanto mi riguarda) lo rende vincente.

Le scene più puramente horror riguardano la ricostruzione di un passato/presente che si miscelano proprio come i colori della tecnica della marmorizzazione, tecnica di arte vista che ben si presta per sottolineare gli stati di sospensione spiritica dei protagonisti.

Non mancano citazioni di gran stile verso i classici horror del genere, quali "Shining" quando Beth -tramutandosi in una moderna Wendy- si trova a difendersi, scendendo le scale, da un individuo aggressivo armata del suo rastrello per la pittura. Oppure "La Mosca" nella trasformazione di una misteriosa presenza in un gigantesco paguro.

Forse si dilunga un po' nel voler dare spiegazioni sufficienti su cosa ha portato i protagonisti ha vivere questa vicenda così speciale, ma il risultato finale rimane ottimo.

Film che mi ha suggestionata molto.

 

 

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