Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Horror femminista.
Revenge di Coralie Fargeat è una divertente rielaborazione del sottogenere horror "rape and revenge". Il film della giovane autrice francese deve molto a Tarantino sia nella ricerca dell'eccesso, qui individuato nell'ironia pulp, che nella totale irrilevanza data alla plausibilità delle vicende. Piuttosto, la regista gioca con i personaggi e con tutta la messinscena, stravolgendoli ed accentuando le situazioni che vengono a crearsi, estrapolandone il massimo che può in termini di spettacolarizzazione della violenza.
Comunque, al di fuori del piacere estetico che Revenge è in grado di provocare, anche grazie ad una fotografia ultra-kitsch ed una regia che non ha paura di sperimentare (pianisequenze ed inquadrature in macro, simbolismi e puro gusto per l'orrido), Coralie Fargeat mette lo spettatore nella posizione scomoda di giudicare la lasciva protagonista o, addirittura, di giustificare lo stupro da parte di quello che si rivelerà essere la persona più debole del gruppo. Revenge è un'opera di qualità assoluta, all'avanguardia nel suo farsi manifesto femminista senza, però, pararsi dietro la retorica della morale, bensì colpendo i sensi dello spettatore e spogliandolo delle sue certezze etiche.
All'interno della sua stessa roccaforte, gli equilibri dell'exploitation, rivolto storicamente ad un pubblico maschile, vengono sconvolti dall'antieroe interpretata da Matilda Lutz: un grande balzo in avanti verso la parità di genere, un film che in meno di due ore fa molto più di quanto facciano manifestazioni o movimenti di protesta dai fini apparentemente identici.
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