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I villeggianti

Regia di Valeria Bruni Tedeschi vedi scheda film

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La recensione su I villeggianti

di alan smithee
7 stelle

Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio

I villeggianti (2018): Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio

VENEZIA 75 - FUORI CONCORSO
Scene di lotta di classe, di cuore e di beghe familiari nella dimora estiva dei ricchi che piangono.
Valeria Bruni Tedeschi continua il suo viaggio irrimediabilmente autobiografico, a tratti sin irritante, ma in fondo clamorosamente sincero.
Al punto di mettere le mani avanti ed ammettendo apertamente (attraverso un giudizio nel film nel film che la protagonista sta preparandosi a girare) che questo è il terzo film con la medesima storia e le medesime situazioni dei due che lo hanno preceduto: Attrici e Un castello in Italia.
Ma questo I villeggianti vince la sfida (e risulta riuscito almeno quanto i due precedenti appena citati) perché in fondo la vita da ricchi frustrati, complessati, irrisolti che la Bruni Tedeschi ci fa credere da anni essere davvero il proprio peculiare circondario intimo e familiare, è per davvero un film degno di essere ripreso e certi crucci, certi capricci, certi vezzi, lamenti, insoddisfazioni sono cinema allo stato puro, che si realizza (apparentemente) senza necessità di una sceneggiatura compiuta.

Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Pierre Arditi

I villeggianti (2018): Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Pierre Arditi

Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio

I villeggianti (2018): Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio

Ovviamente si tratta di un inganno ed il film è in realtà scritto finemente, argutamente, e la Valeria sa di poter contare su un cast variegato di star italiane e francesi degno del gran maestro Alsin Resnais.
Un finale sospeso nelle nebbie è la conferma dell'acume di una donna di cinema completa, che sa ridersi addosso, scherzare su storie bizzarre e pure drammatiche che l'hanno riguardata e segnata nel profondo, avendo pure la finezza e l'arguzia di sondare la differenzadi classi che abita la villa, e la circostanza che la meschineria, la piccolezza, la codardia, la cupidiagia ed il calcolo subdolo sono appannaggio di ogni categoria e scala gerarchica e sociale.
I ricchi sono sciocchi, inutili e perditempo, ma la manovalanza che li coadiuva e stende loro i tappeti, non brilla neppure lei di luce propria e brillantezza di intenti ed azioni.

Grandi attori in stato di grazia, a partire dalle due Valerie nevrotiche, vulnerabili, ma fortunatamente in grado di prendersi in giro, ridendoci e piangendoci sopra, cantando e allegramente stonando un pezzo cult di Nada Malanima.

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