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Aurora

Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film

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La recensione su Aurora

di FilmTv Rivista
8 stelle

Evviva. Ritorna in sala Sunrise, Aurora, il capolavoro di F. W. Murnau, in edizione restaurata. Aurora è del 1927, è un film muto con didascalie, fu distribuito con una colonna musicale registrata con il sistema MovieTone. È il primo film americano di Murnau, è tratto da un racconto (tardo naturalistico) di Hermann Sudermann, è stato sceneggiato da Carl Mayer (lo sceneggiatore del Gabinetto del dottor Caligari), le scenografie sono di Rochus Gliese, famoso art director tedesco dell’epoca, ha vinto tre Oscar (film d’arte, fotografia, Janet Gaynor miglior attrice): ed entra immancabilmente in tutte le classifiche dei dieci migliori film della storia del cinema. Mélo, commedia e tragedia (sfiorata) tra campagna e città. Un bel contadino viene sedotto da una vamp cittadina che lo spinge ad annegare la moglie. Lui non ce la fa, ritrova la serenità con la moglie durante un viaggio in città, al ritorno la donna cade in acqua e scompare. Viene l’aurora e…

Con Aurora ci si può dar dentro con le iperboli. Film magico, anzi più che magico: alchemico e avvolgente, sinfonico e sintetico, magistrale nella creazione di uno spazio drammatico e cosmico di ombre e trasparenze, inganni e rivelazioni. Murnau prende dei semplici elementi, prosaici e quotidiani, e li trasfigura in epifanie del sublime (proprio così, roba da non crederci). Autore di alcuni capisaldi del cinema tedesco, Nosferatu, L’ultima risata, Faust, il Murnau americano reinventa l’espressionismo, trasferisce quelle atmosfere in un luogo senza tempo e senza spazio, scrive con la macchina da presa sequenze indimenticabili: l’incontro notturno tra l’Uomo e la Donna di città nella palude nebbiosa, il viaggio in tram tra alberi e automobili, la scoperta della vita turbinosa ed elegante della metropoli (con la coppia stupefatta e felice nel vedersi riflessa in una vetrina…), infine la furibonda tempesta sul lago. Il film ha un sottotitolo: un canto di due esseri umani. Un canto che non smette mai di ammaliarci.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 25 del 2004

Autore: Bruno Fornara

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