Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film
VOTO : 7,5.
Un po’ dramma, un po’ commedia, un po’ sentimentale, “Sunrise” è un film muto, ma in grado di parlare più di tanti altri (e non di poco), quasi una pietra miliare, ricco di invenzioni e trovate qual’è.
Se la storia è elementare (ma dirlo oggi è fin troppo facile), ma comunque con tutti i connotati al posto giusto, tutto il resto è davvero avvolgente, grazie ad una rappresentazione che trova soluzioni notevoli (tanto più se rapportate alla data di realizzazione) sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista prettamente umano.
Un uomo di campagna (George O’Brien) per amore di una donna di città (Margaret Livingston) decide di annegare la moglie (Janet Gaynour) e di fuggire con lei.
La scusa è una gita in città, ma l’uomo durante il viaggio in barca ha una titubanza e finisce solo con lo spaventare la moglie.
La giornata in città, dopo un inizio difficoltoso, diventa velocemente magica, fatta di giochi, danze ed una ritrovata alchimia tra i due, tanto che il piano viene completamente dimenticato, ma durante il viaggio di ritorno un violento temporale rischia di fargli perdere la donna.
Il primo film americano di Murnau si snoda su di una vicenda che vede registri, anche molto diversi, alternarsi con destrezza tra loro e che si avvale di un uso di simboli molto efficace.
La cosa più incredibile è come senza l’utilizzo di parole (certo ci sono alcune, rare, didascalie) i personaggi riescano ad essere descritti (in realtà sono anche molto bravi i due attori principali, soprattutto la Gaynour) in maniera minuziosa, tra il desiderio di cambiare vita dell’uomo, l’amore indissolubile che prova la moglie, l’armoniosità che ricrea la giornata in città (con inserti vivacemente comici), la disperazione, la paura e via discorrendo.
Ma anche tecnicamente e visivamente si presentano soluzioni nettamente avanti coi tempi (profondità di campo, sovrapposizioni di immagini e scene d’insieme dove ogni elemento si muove con tempi perfetti) con alcune sequenze impressionanti (per esempio la tempesta e il primo incontro tra l’uomo e la donna di città).
Il finale chiude poi il film con scaltrezza e regala un sincero sollievo, segno di come la storia sia riuscita ad arrivare in profondità.
Da conservare (e se non è stato fatto recentemente, da restaurare visto che la versione che ho visto in dvd era alquanto malmessa).
VOTO : 7,5.
Impressionante per come utilizza il mezzo cinematografico e per come riesce a risultare chiaro ed espressivo senza l'utilizzo della parola.
VOTO : 7.
Interpretazione decisamente buona, con alcuni acuti molto alti, soprattutto nella seconda parte.
VOTO : 7,5.
Offre una gamma espressiva completa e stupefacente come raramente mi è capitato di poter vedere, con vette di profondità considerevoli, sia sul versante drammatico che su quello più leggero.
Ed infatti vinse un meritatissimo Oscar per questa stupenda interpretazione.
VOTO : 6/7.
Molto convincente soprattutto all'inizio, poi viene relegate in secondo piano fino al finale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta